- Da Irun a Santiago
- I luoghi
– Perché scegliere il Camino del Norte?
– Paesi Baschi
– Cantabria
– Asturie
– Galizia
- Le persone
– Buen camino! - I compagni di viaggio
- L’esperienza
– Le albe
– Gli albergue de peregrinos
– L’arrivo a Santiago
Perché ho deciso di fare il Camino de Santiago? E perché proprio il Camino del Norte (Cammino del Nord in italiano), che si snoda lungo la costa settentrionale della Spagna per scendere poi verso Santiago de Compostela.
In tanti mi hanno fatto questa domanda, sia prima di partire che durante la strada, e credo non esista un’unica risposta.
Posso dire che ci avevo pensato spesso nella vita ed era uno dei classici sogni nel cassetto che prima o poi ci si ripromette di aprire. Potrei anche scrivere un post intero solo sulle motivazioni del perché farlo, del resto ogni pellegrino è motivato da diverse aspirazioni che lo spingono a mettersi in viaggio. E forse è proprio questa la vera ricchezza di questa avventura, la diversità che si incontra e dalla quale imparare qualcosa ogni giorno.
Il misticismo, la ricerca di risposte, l’esperienza dell’essenziale, le condizioni di parità ed uguaglianza, le vibrazioni positive che aleggiano tra i pellegrini sono tutti elementi che a mio avviso rendono il Camino de Santiago una delle esperienze che tutti dovrebbero vivere una volta nella vita.
Quindi se sei scettico/a, spero che questo post possa ispirarti ed aiutarti a trovare il coraggio di prendere lo zaino per incamminarti lungo quella strada.
E trovare, se ne hai bisogno, anche te stesso/a e le risposte che ti servono.
“
Ultreya et Suseia
– ANTICO SALUTO TRA PELLEGRINI CHE SIGNIFICA “ANIMO E VERSO L’ALTO”
Da Irun a Santiago
Da Irun a Santiago de Compostela, dal confine con la Francia al cuore della Galicia.
Il Camino del Norte, o Camino de la Costa, si allunga per oltre 800 Km toccando quattro splendide regioni del nord della Spagna, e così come gli altri cammini storici è una delle varianti che permette di ripercorrere l’antico pellegrinaggio che a partire del IX secolo conduceva i pellegrini di tutta Europa alla tomba di San Giacomo il Maggiore.
Ho percorso il Camino del Norte in venticinque giorni durante il mese di agosto, camminando lungo le pendici della Cordigliera Cantabrica ed attraversando i Paesi Baschi, la Cantabria, le Asturie e la Galizia.
Potrei dilungarmi a descrivere ogni singola tappa di questo pellegrinaggio, ma esistono guide, libri e articoli sufficientemente dettagliati che svolgono ampiamente questa funzione.
Essendo questo però un blog di viaggi, inizio l’articolo cercando di dare la mia impronta da viaggiatore prima di descrivere quella che è stata la vera e propria esperienza personale.
Il percorso del Camino del Norte
I luoghi
Incomincio dicendo che il Camino de Santiago è in ogni sua variante un pellegrinaggio alla portata di tutti e assolutamente non pericoloso. Certo, bisogna essere un po’ allenati e sicuramente non avere problemi motori o alle articolazioni, ma a livello generale è molto facile da percorrere. E’ segnalato nei dettagli, basta infatti seguire le frecce, le indicazioni o le conchiglie (la concha di Santiago) disegnate. Ce ne sono ovunque, sulle case, sugli alberi, per terra o sui capitelli di legno o pietra, i majónes.
E se ci si perde c’è sempre e comunque Google Maps!
Si trovano inoltre facilmente luoghi dove alloggiare per una pausa o per dormire a poca distanza gli uni dagli altri.
Molti pellegrini scelgono il più famoso, il Cammino Francese, che parte da Saint-Jean-Pied-de-Port, in Francia, altri il Cammino Primitivo, da Oviedo, altri ancora il Cammino Portoghese, da Lisbona. Altri ancora invece come me il Cammino del Nord.
Perché scegliere il Camino del Norte?
Primo: se siete appassionati di natura, boschi ed escursioni in montagna potrete vivere l’esperienza di attraversare le aree montagnose dei Paesi Baschi e della Galizia, e le verdi foreste delle Asturie. Si passano intere giornate camminando nel verde e tra piccoli villaggi rurali. Senza ombra di dubbio una liberazione mentale e un vero antidoto allo stress, un vero lusso per tutti i sensi.
Secondo… nel Camino del Norte c’è il mare, anzi, l’oceano della costa Cantabrica!
Lo vedi, lo sfiori a tratti, lo puoi toccare. Mentre cammini ti perdi con lo sguardo immaginandoti di immergerti tra le sue onde, soprattutto quando il sole ti picchia caldo e le gambe si fanno pesanti per i chilometri già percorsi. Spesso non puoi fermarti, perché la tappa giornaliera è ancora lunga e manca ancora molto, ma ogni tanto infrangi le regole e allunghi verso quella piccola baia sabbiosa racchiusa tra imponenti scogliere.
Decidi che quei chilometri in più, quei passi da aggiungere ai migliaia già fatti, il tempo che dedicherai e che ti ritarderà sulla tabella di marcia sono il prezzo che scegli di pagare per godere da vicino di quello spettacolo.
E poi c’è la tradizione da rispettare: ci si deve almeno una volta bagnare nelle acque delle coste atlantiche come segno di purificazione.
Infine, ci sono anche qui gli aspetti storico culturale e religioso, che in qualche modo si intrecciano tra loro in modo significativo. Non ho idea di quanti pellegrini effettivamente percorrano i percorsi che conducono a Santiago con motivazioni prettamente religiose, ma si respira un grande interesse verso i luoghi di culto e verso i monumenti per la loro connotazione storica e architettonica. Di chiese se ne incontrano davvero tante, e di tutti i tipi, ma purtroppo si trovano quasi sempre alla fine di una salita.
Paesi Baschi
Il Camino del Norte inizia nel cuore del País Vasco, o Euskadi, come viene chiamato in lingua locale, toccando anche la bellissima Bilbao.
Prevalentemente disegnato tra basse montagne e boschi, il percorso montagnoso che sale e scende tra il verde degli alberi e dei pascoli cambia di rado con tratti di costa affascinanti come il Pasajes di San Juan, la baia di San Sebastián e le Flysch, le scogliere di Zumaia.
Cantabria
Qui il Camino del Norte si snoda lungo le fasce costiere della comunità autonoma più piccola della Spagna, ma il cui territorio sembra infinito.
Un territorio puntinato di famose località turistiche tra le quali spicca Santander, che si alterna con aree rurali collinari più aspre e disabitate, dove sorgono incantevoli borghi come Santillana del Mar e Comillas.
Asturie
“
Ser Español es un orgullo, ser Asturiano es un título!
Una parte lunga del Camino del Norte tra fitti boschi e rilievi montagnosi che improvvisamente si aprono su tratti di costa alti e rocciosi con grandi insenature sabbiose. Un territorio contrastante ricco di località turistiche tra le quali spicca la città di Gijòn, il quale viene considerato la prima Spagna storica, e il cui antico re Alfonso II il Casto (791 – 842), è ritenuto il primo pellegrino della storia ad aver raggiunto Santiago in pellegrinaggio.
Galizia
L’utima parte del Camino del Norte prima di arrivare alla destinazione finale. Una regione montagnosa ma fortemente legata al mare grazie alle sue coste frastagliate, le rias. Una terra di pellegrinaggio millenaria, un territorio silenzioso che incanta fatto di lussureggianti boschi e verdi pascoli avvolti dalle nebbie mattutine, dal clima fresco e con una popolazione, i gallegos, unica e molto particolare.
Le persone
“
No hay cosa en el mundo màs importante que las personas.
Una frase molto semplice ma carica di significati lungo le strade che conducono a Santiago, scritta su una parete all’ingresso dell’albergue per i pellegrini del Convento di San Francisco, a Laredo. Un luogo antico, pieno di spiritualità e simbolismi dove mi fermo a dormire prima di quella che sarà la tappa più difficile di tutto il mio Cammino, e cioè quella che mi porterà al limite del collasso fisico e mentale prima di arrivare a Santander.
Le persone sono una parte fondamentale di questa esperienza. Ho incontrato pellegrini di ogni età, sesso, nazionalità e estrazione sociale, ma sul Cammino di Santiago si è tutti uguali. Un pellegrino lo riconosci subito, e non solo perché ha uno zaino pieno di tasche e le scarpe impolverate.
Possono cambiare le motivazioni ma lo spirito che guida tutti è unico. Qualcuno macina chilometri ogni giorno per completare le tappe nel più breve tempo possibile, altri vivono il Cammino come una festa continua creando costanti aggregazioni, altri ancora cercano risposte, oppure tempo per pensare, o vogliono commemorare qualcuno che non c’è più.
Ogni pellegrino lascia le sue orme lungo la via, incrociandole con quelle degli altri.
Ho camminato con molte persone.
Con qualcuno per giorni interi, con altri per pochi minuti, ma di tutte le persone incontrare queste sono quelle di cui porterò il ricordo: Graig, il pifferaio magico delle galline di Markina, il gruppo di pellegrini italiani di Deba, con i quali trascorro la notte a dormire nel parco cittadino, Irene e Karmen, le mie compagne di viaggio lungo i Paesi Baschi, Fabio, l’insegnante che ha vissuto in quasi tutto il mondo, Marcèl, che ha iniziato il suo personale e lunghissimo cammino da casa sua in Lussemburgo, Dominik e Miriam, entrambi tedeschi e molto giovani, ma così adulti e proattivi per il futuro, le simpaticissime Ceila e Marta, di Toledo, che re-incontro una volta giunti a Santiago, le estoni Ivy e Joanna, gli alicantini Augustìn Ignacio, la coppia veneta Matteo e Ornella e Shirin, la ragazza iraniana. E infine Mario, un ragazzo toscano che lavora a Novara, e che conosco paradossalmente l’ultima notte e con il quale arrivo alla cattedrale.
Buen camino!
E’ circa a metà del Camino che ho iniziato a pensare a quanto strada avevo già percorso, ma soprattutto ho iniziato a far scorrere nella mia testa i sorrisi, i volti e le parole di tutte le persone fino a quel momento incontrate. Mi sono voltato indietro con la memoria nel cercare di contare gli innumerevoli auguri di “Buen Camino“ ricevuti dagli abitanti locali o scambiate con pellegrini di tutto il mondo.
E’ bello sentirsi augurare “Buen camino!“
Dai passanti a passeggio col cane, dai ciclisti che ti sfiorano veloci, dai negozianti che puliscono l’ingresso del negozio o della bottega, dal barista che ti saluta e ti ringrazia per esserti fermato. Perché c’è molto dietro quella frase. Vuol dire Buona fortuna, Buon viaggio della vita, Buon futuro.
E’ un augurio di speranza che il cammino della vita sia davvero bello e radioso, anche dopo Santiago e lontano da quei sentieri.
I compagni di viaggio
Oltre alle persone ci sono però altri compagni di viaggio dei quali non si può farne a meno: le scarpe, lo zaino e il bastone.
Le scarpe sono l’involucro del tesoro più prezioso per un pellegrino, i suoi piedi.
Anche se sembra difficile da credere è cosa abbastanza comune il rendersi conto lungo la strada di aver sbagliato il tipo di scarpe da utilizzare.
Il Cammino del Nord particolarmente è caratterizzato da percorsi di tipo differente, su asfalto o su sterrato, in pianura o in montagna, e non esiste un tipo di scarpa perfetto per camminare su ogni tipo di terreno in maniera ottimale.
Non di rado ti puoi imbattere in paia di scarpe abbandonate, o di sentire pellegrini che ti dicono di averle cambiate dopo le prime tappe.
Personalmente è alla seconda tappa lungo i sentieri sterrati dei Paesi Baschi che ho iniziato a odiare le mie, ma ormai era troppo tardi.
Non per questo però mi sono evitato di entrare nel club, ed è infatti a Ribadeo, prima di riprendere con i percorsi sterrati montagnosi della Galizia, che ho deciso di abbandonarle, maledicendole per le vesciche e i dolori che mi avevano provocato.
Il vero problema del Camino de Santiago non è camminare, ma è farlo con lo zaino in spalla, la famosa mochila.
La vorresti lanciare giù dalle pendici del monti per poterla recuperare all’arrivo della tappa giornaliera, ma non puoi farne a meno. E’ come il guscio della lumaca o della tartaruga. E’ casa, hai dentro tutto quello che ti serve, è il tuo mondo.
Infine il bastone, al quale appendersi nei momenti più duri.
Molti pellegrini usano i bastoncini da trekking, i più tradizionalisti una canna di bambù o un semplice bastone in legno. Diventa un po’ un prolungamento del tuo corpo, un supporto non solo fisico che ti aiuta nei tratti di percorso più difficili, ma anche mentale.
L’esperienza
Si dice che il Camino de Santiago sia la vita stessa condensata in pochi giorni.
E’ un percorso da percorrere con il cuore e con gli occhi prima che con gambe e piedi. E’ spesso una lotta tra mente e corpo, tra passione e dolore, ma il trucco è sorridere sempre dentro di te.
Credo che la cosa migliore sia lasciarsi andare e prendersi il proprio tempo, abbandonarsi alla natura, al potere degli alberi e del mare, alle storie e ai punti di vista differenti delle persone, ai cani o ai gatti che cercano una carezza.
Il tempo lungo il Camino si dilata incredibilmente. Le giornate diventano lunghe, i minuti vengono scadenzati dai passi che si alternano lenti lungo i sentieri. Ci si immerge in un mondo parallelo dove le distanze e i tempi si allungano lasciando spazio ai sentimenti interiori e ai pensieri.
E come in tutte le cose devi avere anche un po’ di quel pizzico di fortuna, o suerte, che non guasta mai.
Perché camminare per ore quando piove non è come camminare quando c’è il sole.
Perché ritrovarsi nella camerata di un ostello dove i tuoi vicini di letto intonato russando per tutta la notte la loro stonata versione di un’opera di Mozart non è come poter dormire tranquillamente avvolti nel silenzio.
Perché se a quel passo il piede ti scivola o se su quel gradino il ginocchio cede hai finito il tuo Camino.
Durante il Camino impari davvero ad apprezzare ogni piccola cosa, l’ombra di un albero, il fresco delle pietre di un convento dove poter appoggiare il palmo del piede, l’acqua delle fonti che rinnova la borraccia vuota, o quella della doccia dopo chilometri e chilometri di passi.
“
E’ la tua strada, la tua soltanto.
Altri possono camminare con te, ma nessuno può camminare per te.
Le albe
Una delle cose più faticose del Camino di Santiago è svegliarsi presto la mattina quando è ancora buio. Non è solo buio fuori perché il sole non è ancora sorto, ma è buio anche nella camerata dell’ostello dove si è trascorsa la notte, perché qualcuno ancora vuole dormire e le luci non si possono accendere. Ci si deve vestire e preparare lo zaino per la partenza quindi con la sola luce di una pila o del cellulare, cercando di non fare troppo rumore per il rispetto del sonno altrui.
Ma la fatica e il disagio vengono ogni giorno premiati con una delle cose più belle, e cioè l’assistere ad un’alba differente in un luogo sempre diverso. Sì perché si iniziano a percorrere i primi passi quando il sole inizia a fare capolino sui monti o lungo l’orizzonte del mare, quando ancora le piccole cittadine e i borghi dormono.
Si cammina accompagnati dal fruscio delle foglie o dai richiami dei gabbiani, e soprattutto, dal silenzio.
Oppure ci si imbatte in situazioni assurde come il ritrovarsi a fare colazione con i classici cafè con leche e tostada mente intorno a te i ragazzi spagnoli locali bevono ubriachi l’ultimo gin lemon del venerdì o del sabato sera appena trascorsi.
Gli albergue de peregrinos
Ho alloggiato in molti ostelli, o albergue de peregrinos, e solo la terza notte del mio viaggio, a Deba, mi sono ritrovato a dormire sul palco per i concerti nel parco cittadino, dal momento che non vi erano più letti disponibili nell’unica struttura aperta della cittadina.
Per questo non mi sento di consigliare di prenotare in anticipo ogni notte del percorso, anche perché in molti di essi non è ammessa prenotazione e vige la regola del “chi prima arriva meglio alloggia”.
Ciò nonostante una pianificazione anticipata delle soste è necessaria, soprattutto nei periodi estivi quando il numero dei pellegrini è molto alto.
Il prezzo per una notte si aggira intorno ai 12/15 Euro e si ha diritto all’uso delle docce, dei bagni e della cucina.
In quasi tutti ci sono lavatrice e asciugatrice, fondamentali per lavare la maglietta, le mutande e le calze utilizzate nella giornata.
Se si decide di fare uno dei cammini più lunghi anche qualche notte in una struttura più comoda, anche se più costosa, non è da sottovalutare.
Dormire in ostello è a sua volta un’esperienza nell’esperienza e riserva sempre sorprese e momenti particolari. E’ necessario un certo spirito di adattamento, tanto rispetto e correttezza e spesso una buona dose di pazienza.
Tra tutti quelli dove ho alloggiato consiglio questi quattro a chiunque voglia intraprendere il Camino del Norte:
Casa Rural Intxauspe, a Markina-Xemein
Albergue Gerekiz, vicino a Guernica
Parga Natura Alojamento, a Parga
Albergue Rural Abeiro da Loba, a Madelos
L’arrivo a Santiago
Lungo gli ultimi chilometri iniziano a cambiare le percezioni, e una sorta di malinconia soppianta in qualche modo tutta la stanchezza accumulata.
Lentamente ti accorgi che il realtà il Camino è la vita stessa, con tutte le sue salite e discese, e che presto essa ricomincerà di nuovo dopo questa parentesi.
Ogni salita superata, ogni tappa percorsa è stata una piccola vittoria quotidiana, e ti rendi conto che se ti fossi arreso non saresti mai riuscito ad arrivare a Santiago.
E’ stato un viaggio tra paesaggi meravigliosi e città, ma oltre a questo anche un viaggio dentro il passato, il presente e il futuro.
I miei venticinque giorni di cammino sono terminati, e completo lentamente gli ultimi chilometri incrociandomi con sempre più persone che arrivano da ogni angolo della penisola iberica.
Passo dopo passo tutti i pellegrini arrivano a Santiago, ognuno con la propria esperienza vissuta e tutto quello che decideranno di portare con sé nella loro vita.
“Buen Camino peregrino!”
per l’ultima volta e per sempre, perché “El camino nunca se acabe.”
“
Santiago non è la fine della strada, è l’inizio.
– PABLO COELHO
Ti è piaciuto il mio articolo?
Ti è venuta voglia di cimentarti in questa grande avventura?
Lascia un commento qui sotto e fammi sapere cosa ne pensi. Grazie!
Lascia un Commento