- Alla scoperta delle mummie Chinchorro
– Un patrimonio archeologico di grande valore - I riti funerari dei Chinchorro
– Una dieta pericolosa
- Le tecniche di mummificazione
– La tecnica delle Mummie Nere
– La tecnica delle Mummie Rosse - Il futuro delle mummie Chinchorro
In Cile si trovano le più antiche ed affascinanti mummie mai scoperte fino ad ora.
Sono le mummie Chinchorro, che prendono il nome da un popolo di pescatori che ha vissuto lungo le coste del deserto di Atacama tra il 7020 e il 1500 a.C., nei territori che oggi appartengono al nord del Cile e al sud del Perù.
Pensate che sono più antiche di ben 2000 anni rispetto alle più note e famose ritrovate in Egitto!
Le mummie Chinchorro sono attualmente i resti mummificati più primitivi del mondo, dato che risalgono a circa il 5000 a.C., migliaia di anni prima dei riti di imbalsamazione egiziani.
La datazione al radiocarbonio indica che la più antica rinvenuta sia appartenuta ad un bambino del sito della valle di Camarones, a 96 Km a sud di Arica.
Per paragone basta pensare che quelle ritrovate in Egitto risalgono “solo” al 3000 a.C. circa.
Mummie Chinchorro
Alla scoperta delle mummie Chinchorro
Incuriosito da questa perla di archeologia antica e trovandomi ad Arica durante il mio giro del mondo, decido pertanto di visitare il Museo de la Universidad de Tarapacá- San Miguel de Azapa, che si trova poco distante da questa località costiera cilena.
E’ un complesso museale moderno, non tanto grande ma ben organizzato, e la visita di poco più di un’ora è piacevole ed interessante. Oltre alle mummie (che già di per sé hanno una forte peculiarità e suscitano indubbiamente macabra curiosità) le vetrine sono allestite con monili, indumenti, armi e oggetti in uso tra i Chinchorro nelle varie epoche storiche.
Insieme a pannelli illustrativi e spiegazioni molto dettagliate, il percorso guidato permette di avere un quadro completo su come si viveva in Cile in quell’epoca.
Un patrimonio archeologico di grande valore
Nell’insediamento Chinchorro scoperto proprio nella regione di Arica e Parinacota sono state portate alla luce circa 300 di questi corpi mummificati.
Il primo a scoprirne l’esistenza è stato l’archeologo tedesco Max Uhle nel 1911, durante una spedizione in una valle di collegamento tra l’Oceano Pacifico e il Deserto di Aracama.
Le mummie però non si possono vedere solo ad Arica, ma anche in altre cittadine, nel Museo Regional de Iquique, nel Museo de Historia Natural de Valparaíso, nel Museo Chileno de Arte Precolombino e nel Museo Nacional de Historia Natural a Santiago de Chile.
Questi ritrovamenti fanno parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Un riconoscimento davvero importante ed atteso per molto tempo da questo Paese del Sud America.
Ornamenti Chinchorro
I riti funerari dei Chinchorro
Il popolo dei Chinchorro si è distinto quindi per i complessi riti funerari, e tra le varie culture andine di pescatori e cacciatori del periodo è stato l’unico a dedicarsi alla conservazione dei corpi dei loro defunti.
Nel corso del tempo questi antichi abitanti della regione hanno perfezionato complesse pratiche mortuarie mediante le quali sistematicamente smembrare e assemblare corpi di uomini, donne e bambini deceduti per creare mummie artificiali.
Queste mummie possiedono qualità estetiche che si presume riflettano il ruolo dei morti all’interno della società. Dettaglio non da poco, la mummificazione non era riservata solamente a personaggi di alto rango e non costituiva quindi una sorta di status symbol sociale.
Mentre infatti molte culture in tutto il mondo hanno cercato di preservare i corpi dei personaggi illustri, i Chinchorro eseguivano la mummificazione per tutti. Proprio grazie a questo trattamento egualitario dei morti sono state ritrovate centinaia di mummie e molte ancora aspettano di essere scoperte.
Il modo in cui i Chinchorro mummificavano i loro morti è cambiato nel corso degli anni.
In tutti i ritrovamenti, la pelle e tutti i tessuti molli, organi interni e cervello sono stati rimossi dai cadaveri. Dopo aver rimosso le parti organiche, le ossa venivano rinforzate con bastoni e la pelle trattata con sostanze vegetali prima di ricomporre il cadavere. Alla mummia veniva poi applicata una maschera o un intera copertura di argilla, e successivamente veniva avvolta in canne e lasciata ad asciugare per circa 30-40 giorni.
Insieme ai corpi sono stati ritrovati strumenti sia minerali che vegetali, in osso o conchiglie, che insieme alla composizione chimica delle ossa suggeriscono che la loro dieta era basata prevalentemente su molluschi e frutti di mare.
Una dieta pericolosa
Sembra però che proprio questo aspetto della loro dieta alimentare avrebbe causato la loro rovina.
I Chinchorro sarebbero stati ingannati dalle acque apparentemente pure e cristalline del fiume Camarones, nel quale erano presenti infatti 1.000 microgrammi di arsenico per litro d’acqua (una quantità cento volte superiore a quella considerata sicura per l’uomo). Bevendo quest’acqua si sarebbero avvelenati lentamente e inconsapevolmente. La prova di questo è che tra le mummie sono stati ritrovati corpi di neonati nati morti o che morivano poco dopo il parto per avvelenamento.
Le mummie Chinchorro sono i primi esempi storici di conservazione deliberata dei defunti. Tale tecnica potrebbe essere servita come un mezzo per aiutare l’anima a perdurare in eterno o anche per impedire che i corpi decomposti spaventassero i viventi.
Una volta mummificati i corpi venivano seppelliti nell’arido deserto di Atacama, dove avrebbero potuto riposare per l’eternità.
Mummie di bambini
Le tecniche di mummificazione
Vi erano due tecniche utilizzate più frequentemente, ribattezzate come Mummie Nere e Mummie Rosse.
La tecnica delle Mummie Nere
E’ la più antica e risale al periodo tra il 5000 a.C. e il 3000 a.C.
Prevedeva inizialmente lo smembramento del corpo defunto (testa, braccia e anche la pelle). Successivamente veniva essiccato a caldo e la carne e i tessuti completamente disossati. Infine le varie parti del corpo venivano ricomposte ed il corpo veniva ricoperto con una pasta di cenere bianca che riempiva gli spazi vuoti lasciati dalla ricomposizione.
La pelle veniva adagiata di nuovo sul corpo e veniva aggiunta una parrucca di capelli umani corti.
Spesso veniva utilizzata anche pelle di leone marino per avvolgere il cadavere, e il corpo veniva infine dipinto con pigmenti a base di manganese.
Ciò contribuiva a dare loro un colore fondamentalmente scuro, nero. Da qui quindi il nome che le classifica.
La tecnica delle Mummie Rosse
Questa tecnica non prevedeva lo smembramento del cadavere ed è… “più recente”, dato che risale al periodo tra il 2500 a.C. e il 2000 a.C.
Venivano utilizzate numerose incisioni da cui si estraevano gli organi interni e dalle quali si provvedeva ad asciugare l’interno del corpo, che veniva poi riempito con materiali vari e rinforzato con l’utilizzo di piccoli bastoni di legno.
Fatto questo le incisioni venivano ricucite e la testa veniva adornata con una parrucca fatta con capelli umani lunghi fino a 60 cm e bloccata sul capo da una specie di cappello di argilla. Vi era sempre una sorta di fattore estetico nel rituale. Fatta eccezione per la parrucca e per la faccia, dipinta di nero, il corpo veniva infine tinto con ocra rossa.
Il futuro delle mummie Chinchorro
Attualmente i cambiamenti climatici e il disinteresse generale delle autorità mettono a rischio i resti dei Chinchorro.
Come detto le mummie erano state seppellite nel Deserto di Atacama dove il clima arido avrebbe dovuto preservarle per sempre. Si sa che questo deserto è considerato il luogo più secco al mondo, ma ultimamente, a causa dei cambiamenti climatici, le piogge e i venti forti si sono fatti più frequenti, e stanno iniziando a provocare danni irreversibili.
Alcune mummie conservate stanno ammuffendo, altre vengono mangiate dagli insetti, altre ancora si stano riducendo in polvere. La diversità dei materiali che le compongono rende difficile trovare le condizioni ambientali ideali per conservarle.
Negli ultimi anni si è prodotto un deterioramento accelerato causato da batteri, funghi e soprattutto aumento dell’umidità.
Investimenti importanti sono necessari per garantire alle strutture e ai musei di mantenere standard di controllo e di protezione ambientale sempre più efficienti e che garantiscano di preservare questi reperti appartenenti ad un così lontano passato.
Una macina per il grano
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Se invece ti interessa approfondire e scoprire di più sulle mummie e sulla cultura dei Chinchorro questo è il link al sito del museo che ho visitato ad Arica:
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