COREA DEL SUD

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Luglio 2017, Pusan, Corea del Sud

Esplorando le strade di Pusan mi rendo conto ancora una volta di quanti contrasti un visitatore occidentale può incontrare visitando una città asiatica.
Pusan, o Busan, è la seconda città più grande della Corea del Sud. Generalmente i turisti vengono in questa regione per fare escursioni nella natura, trekking e per visitare i bellissimi templi buddisti annidati tra le montagne.
Tanto per citarne uno, il Tempio di Beomeosa, fondato nel 678 d.C., è uno dei più frequentati, ed è sempre pieno di visitatori curiosi e fedeli. Per gli amanti dei bei panorami, una visita all’isola di Dongbaek oppure il birdwatching sull’estuario del fiume Nakdong sono un must, mentre per chi ama l’arte e la cultura l’offerta di musei ed edifici storici è molto ricca e può regalare soddisfazioni.

In mezzo a tutto ciò ti ritrovi a contrapporre elementi urbani tra loro molto differenti, i quali non fanno altro che rispecchiare le due anime del Paese, quella antica e più conservatrice con quella più moderna ed innovatrice. Da un lato puoi passeggiare ad esempio tra le bancarelle del mercato del pesce di Jagalchi, gestito in gran parte da simpatiche e folkloristiche venditrici di ogni età, ed in linea con la tradizione risalente alla guerra di Corea, la quale voleva le mogli impegnate nelle attività di famiglia mentre i mariti erano al fronte a combattere.

Ponte Gwangan

Ponte Gwangan

Allo stesso modo però finisci per fare foto buffe con una serie infinita di pupazzoni e mascotte utilizzati un po’ ovunque per pubblicizzare prodotti o negozi. Cosa che ti fa sentire costantemente in un parco a tema per bambini.

Oppure ti soffermi ad osservare l’ennesimo grattacielo super tecnologico o a chiederti come mai qui ci siano così tante pubblicità di cliniche di chirurgia plastica all’avanguardia.

Ho scoperto che la tecnologia in Corea del Sud si è sviluppata tantissimo negli ultimi anni, tanto che i prodotti coreani sono tra i più gettonati nella telefonia o nell’ambito di elettrodomestici e gadget elettronici.
Insieme alla crescita esponenziale del settore tecnologico infatti, si è diffusa anche la chirurgia plastica, e questo è attualmente uno dei settori più sviluppati e famosi del Paese. Seoul ne è diventata la capitale mondiale e pare che la Corea del Sud abbia il più alto tasso di cliniche di chirurgia plastica al mondo. Pare che la chirurgia estetica sia cosi apprezzata che in Corea del Sud è una consuetudine ad esempio ricevere dai genitori come regalo un intervento per rifarsi la doppia palpebra degli occhi.

Il motivo per cui la popolazione coreana ricorre così tanto alla chirurgia plastica è il fatto che la società ha in qualche modo costretto le persone a farlo. E questo perché nel nuovo modello sociale l’aspetto estetico è considerato al di sopra di qualsiasi cosa.
Qui le aspettative in generale sono molto elevate e praticamente tutto si incentra ormai sull’apparenza e sull’immagine che le persone riescono a dare di sé. Si è generato una sorta di fenomeno di massa chiamato lookismo, che ritrovi in ogni banner pubblicitario o rivista, e secondo il quale occhi grandi e viso piccolo, pelle bianca e pulita, gambe lunghe e corpo magro sono considerati il modello perfetto per la maggior parte delle ragazze coreane. E la stessa cosa vale per gli uomini, dove il bell’aspetto, l’acconciatura all’ultima moda e l’abbigliamento griffato diventano i simboli del successo. Di conseguenza, molti di loro hanno fatto o provano a fare interventi di chirurgia plastica e diete rigidissime.
Questa ossessione per l’aspetto fisico viene incentivata dai modelli televisivi e legati al mondo dell’intrattenimento e delle spettacolo, il k-pop (korean pop), uno star system molto più rigido rispetto agli altri equivalenti stranieri.

Tutti questi programmi sulla bellezza e sull’esteriorità stanno continuando inconsciamente a suggestionare i giovani e la cultura coreana, e si sta arrivando a pensare che l’aspetto sia la cosa più importante da sviluppare e curare per affrontare la vita di società. Questa prospettiva dalle forti connotazioni negative sta creando una vera e propria distinzione sociale fra ricchi e poveri, i quali ovviamente non si possono permettere né interventi né lussi eccessivi.
In Corea del Sud non c’è spazio per apparire diversi quando la cultura stereotipata è accecata da una visione unidimensionale della bellezza.
Nonostante tutti i suoi lati positivi è purtroppo un paese molto classista, dove sembrare ricco è uno standard. Così come in Giappone o in India la pelle chiara ad esempio viene vista come bella perché le persone benestanti non devono lavorare nei campi o nelle fattorie, dove il sole picchia forte tutto il giorno e abbronza la pelle. Essere eleganti e presentabili ovunque è considerato un segno di rispetto verso gli altri ma anche verso il proprio ego. A scuola, sul lavoro e nel tempo libero tutti devono mostrare un’immagine perfetta di se stessi.
E questa diventa una sorta di condizione e vincolo mentale che toglie in qualche modo la libertà e la capacità di pensare e agire al di fuori degli schemi. Ovviamente non paragonabile ai lavaggi del cervello e ai condizionamenti psicologici dittatoriali ai quali vengono sottoposti i loro cugini nati nella parte Nord della penisola coreana, ma sicuramente preoccupante, soprattutto tra le nuove generazioni. Il rischio di sentirsi inadeguati, con tutti i rischi connessi, è sempre dietro l’angolo.

Strada di Pusan

Strada di Pusan

Ciò nonostante una parte culturale e storica ancora sopravvive.
Lo noto tra i dettagli urbani della città e lo leggo nei comportamenti dei suoi abitanti. Anche se non molto considerata dalla storiografia classica occidentale, la civiltà coreana è una delle più antiche ed ininterrotte del mondo. Ha ben 5.000 anni di storia, e sebbene l’attuale separazione politica tra Corea del Nord e del Sud abbia prodotto una divergenza a livello di modernità e nuovi stili di vita, la cultura tradizionale è condivisa storicamente da entrambi gli Stati.
Inoltre, sebbene i collegamenti tra con gli Stati confinanti, Giappone e Cina, abbiano prodotto influenze e retaggi importanti, questo Paese è tuttavia riuscito a conservare una identità distinta tutta da scoprire.

Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!   

Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!

Francesco Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.

 

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