LIBIA

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Ottobre 2005, Tripoli, Libia

Le rovine del sito archeologico della antica città romana di Sabratha si estendono intorno a me per tutta la loro estensione. Con una delle sue parti lambita dal mare, Sabratha è una delle tre città dell’antica Tripolitania, insieme a Oea (l’odierna Tripoli) e Leptis Magna. Nata da un emporio fenicio è divenuto uno dei siti archeologici più importanti e famosi della Libia, e dal 1982 è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Non ti aspetti di trovare qualcosa di simile lontano dall’Italia. Lo sguardo si perde tra maestosi colonnati, un imponente anfiteatro che nulla ha da invidiare ai suoi simili sparsi al di là delle acque del Mediterraneo, statue finemente scolpite, mosaici di rara bellezza e perfino dei vespasiani perfettamente conservati.

Ogni volta che visito un sito archeologico non posso fare a meno di immaginarmi gli antichi abitanti del luogo, il modo in cui vivevano e le loro abitudini. Tento in qualche modo di immedesimarmi in uno di loro, ricreandomi lo scenario ideale di come potesse presentarsi a quel tempo l’area che mi circonda.
La guida ci illustra ogni angolo del sito nei minimi dettagli ed in maniera esauriente, aggiungendo alle spiegazioni qualche simpatico aneddoto sullo stile di vita degli antichi Romani che dimoravano nella città. Aneddoti che non fanno altro che aiutarmi a viaggiare ancora di più con l’immaginazione.  

Anfiteatro di Sabratha

Anfiteatro di Sabratha

I Romani erano un popolo di vanitosi, ed anche da queste parti lontane dall’epicentro dell’Impero i ricchi avevano l’abitudine di andare dal barbiere per farsi fare trattamenti di ringiovanimento.
Per esempio si facevano arricciare i capelli facendosi versare liquidi profumati e tinture, e si facevano ravvivare il colore della pelle sulle guance cercando di nascondere nei e difetti. Farsi radere la barba era un abitudine consolidata, e la prima rasatura un vero e proprio rito religioso di iniziazione per un giovane. Anche le donne non volevano essere da meno delle loro parenti ed amiche italiche, e si facevano depilare, truccare e acconciare i capelli da schiave e pettinatrici.
La preparazione per gli eventi più importanti era lunga ed articolata, poiché includeva anche la vestizione di ornamenti e gioielli. Così come a Roma, anche a Sabratha le festività celebrate e organizzate nell’anfiteatro erano molte, e la città si riempiva di scommettitori e appassionati per giorni.

Mosaici e resti archeologici

Mosaici e resti archeologici

Percorrendo le strade ancora in parte conservate, mi soffermo per alcuni minuti ad osservare lo spettacolo mozzafiato del contrasto di colori tra le colonne color sabbia ed il blu del mare circostante.

C’è molta italianità in questa terra. Grazie al suo passato più lontano, fatto di mercati di schiavi, di merci preziose ed animali feroci destinati a sostentare la grandezza di Roma, e a quello più recente, quando la Libia faceva parte delle colonie dell’Italia di inizio novecento. Per le strade di Tripoli, la capitale, le tradizioni e lo stile di vita arabo si mischiano con le abitudini esportate da tutti quegli italiani che hanno fatto di queste terre la loro seconda casa.

Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!   

Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!

Francesco Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.

 

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