PORTOGALLO
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Isole:
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Coimbra canta, Braga prega, Lisbona si mette in mostra e Porto lavora.
– PROVERBIO PORTOGHESE
Che Porto sia una città produttiva è un dato di fatto, ma oltre a questo è sicuramente una della più belle di tutto il Portogallo. Spesso viene chiamata dagli Italiani Oporto, ma si tratta di una semplice storpiatura che deriva dal nome portoghese, e cioè O Porto. In italiano infatti l’articolo o, che significa il, viene integrato al nome.
Come la maggior parte dei turisti che visitano la città, rimango piacevolmente colpito dai suoi monumenti, dai palazzi ed i caratteristici balconi, dalle chiese e dalla stazione di São Bento, riccamente adornate di pregevoli azulejos, le tipiche piastrelle di ceramica bianche e azzurre.
E naturalmente dai suoi tram d’epoca gialli che viaggiano su e giù senza sosta collegando i lati più remoti del tessuto urbano.
Anche la cucina portoghese riesce a magnetizzare la mia curiosità, e devo dire che per gli amanti del pesce, ed in particolar modo del baccalà e delle sardine, c’è solo che l’imbarazzo della scelta.
A Porto vedi sardine praticamente ovunque, sia da mangiare che come souvenir, visto che si trovano persino cuscini, calamite, portachiavi con questa forma. Le trovi in tutti i numerosi negozietti lungo le strette stradine che si arrampicano sulla collina, e che si alternano con alte case dai balconi in ferro battuto, rivestite con maioliche colorate e dalle variopinte facciate dai colori caldi.
In lontananza, al di là dei tetti, scorgo la Torre dos Clerigos, fin dal Settecento considerata il punto di riferimento delle navi che risalgono il fiume Douro, uno degli elementi geografici che da sempre hanno creato le basi per lo sviluppo economico della città.
Perché la vera perla di questa terra è in realtà il vino, ed in particolare il Vino di Porto. Un vino molto dolce ma allo stesso tempo con un grado alcolico elevato che si aggira intorno ai venti gradi, liquoroso e dal sapore fruttato, prodotto dalle uve provenienti dalla regione attraversata dal fiume.
Adoro il vino ma non sono mai stato un appassionato di vini liquorosi in particolare, ciò nonostante decido di recarmi in visita in una delle rinomate cantine della città dove viene fatto invecchiare in bottiglia o nelle botti.
La sua fama è globale e la zona migliore della città dove poter visitare le cantine è quella del comune di Vila Nova de Gaia. Tutto il corso del Duoro è letteralmente tappezzato di vitigni di diverse qualità che vengono coltivati su terrazze, dato che direttamente sui pendii è molto più difficile. Da qui i barcos rabelos, le tipiche imbarcazioni che ultimamente vengono utilizzate a scopo turistico, scivolavano lentamente lungo il corso del fiume fino all’Atlantico cariche di botti.
Nella zona delle cantine, chiamate quintas, mi trovo di fronte a numerose possibilità di scelta, dato che ve ne sono di grandi e più rinomate ed altre più piccole e meno famose, con gestione di tipo familiare. Opto per una di quelle meno rinomate, dato che mi sembra meno affollata e sicuramente mi garantirà un’esperienza più intima e particolareggiata.
Insieme alla degustazione decido di abbinare uno spettacolo di fado, la melancolica e coinvolgente musica tipica portoghese, generalmente suonata da una chitarra che accompagna la voce dei cantanti.
Assaporo il vino a piccoli sorsi accompagnandolo con prelibatezze locali, e mi intrattengo a parlare con uno dei camerieri, il quale mi spiega brevemente ma in maniera esauriente l’origine del successo di questo mitico distillato.
Tutto parte da un embargo che coinvolge Francia ed Inghilterra alla fine del XVII secolo. A quell’epoca i commercianti inglesi, impossibilitati ad importare vini francesi, cominciano a cercare alternative redditizie altrove. Due mercanti londinesi, risalendo il fiume Douro, arrivarono casualmente alla bellissima chiesa barocca di Nossa Senhora dos Remédios di Lamego. Qui fanno una sorprendente scoperta, e cioè che aggiungendo acquavite al vino rosso dei frati potevano preservarne la qualità durante le lunghe traversate per mare.
Il successo del vino in Inghilterra è praticamente immediato, e già nel 1799 vengono spedite più di 3 milioni di casse, tanto che molti commercianti inglesi decidono di trasferirsi direttamente a vivere nella città di Porto o lungo le rive del Douro per produrre il vino personalmente. Ed ecco perché ancora oggi molti dei marchi che producono il Porto recano nomi anglosassoni.
Nel 1756 il primo ministro portoghese Marqués de Pombal decide di delimitare l’area di coltivazione e produzione regolamentandone trasporto e prezzo, dando alla luce alla prima vera e propria regione a denominazione di origine controllata.
Ascolto con curiosità le spiegazioni del cameriere, la conversazione è interessante e l’atmosfera piacevole. Le note che si propagano nell’aria mi coinvolgono sempre di più ed il sorriso dei cantanti mi trasmette allegria, mettendomi di buonumore.
Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!
Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!
Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.
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