GIBILTERRA

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Novembre 2019, Gibilterra, Regno Unito

Ogni volta che attraverso questo stretto lembo di mare non posso fare a meno di rivivere emozioni uniche e particolari, per alcuni aspetti inspiegabili. Ci si sente veramente in mezzo a due mondi culturalmente e socialmente così diversi e lontani tra loro, ma allo stesso tempo talmente vicini territorialmente che sembrano quasi toccarsi.

Volgo lo sguardo a destra, dove la Rocca di Gibilterra, vigile guardiano e baluardo del Vecchio continente, si erge fiera su questo prezioso ritaglio di territorio inglese su suolo iberico. E poi a sinistra, lasciandolo scorrere lungo la costa del Marocco, avamposto del continente africano, che si affaccia in questo mare dai colori intensi abbronzandosi coi riflessi dei raggi del sole.

Il promontorio della Rocca di Gibilterra

Il promontorio della Rocca di Gibilterra

Lo stretto di Gibilterra è un luogo avvolto da un’atmosfera quasi magica, leggendaria. Il filosofo e scrittore greco Platone descrive i due promontori che danno forma al territorio come le mitiche Colonne d’Ercole, che indicavano il limite dal quale non era più possibile fare ritorno. Il quel punto il Mar Mediterraneo, conosciuto e navigato in ogni sua parte, si congiungeva con l’ignoto, con l’impetuoso e oscuro Oceano Atlantico, nel quale gli antichi identificavano la fine del mondo.
Secondo la leggenda Ercole vi ci sarebbe giunto durante il suo vagabondare tentando di portare a termine le sue dodici imprese, le famose fatiche, e qui avrebbe creato le famose colonne, imprimendo l’incisione non plus ultra e delimitando i confini del mondo.
Platone colloca al di la delle colonne l’isola di Atlantide, mitica patria di una civiltà evoluta e misteriosa sprofondata improvvisamente negli abissi e scomparsa per sempre dalla storia.

Leggende greche a parte, anche Dante Alighieri nella sua Divina Commedia colloca il monte del Purgatorio a cinque mesi di navigazione dalla colonne, quasi per enfatizzare ed esaltare l’aspetto mistico di questo piccolo confine naturale che tanto ha rappresentato nella storia dell’uomo. Al di qua e al di là di questa soglia infatti esploratori, avventurieri e disperati di ogni nazionalità ed estrazione sociale si sono spinti per soddisfare istinti e realizzare sogni, o semplicemente per placare quell’indomabile ed insaziabile sete di conoscenza che sta alla base della natura umana.

Parlando di esplorazioni o di eventi storici importanti Gibilterra può senza dubbio essere considerata uno dei simboli più rappresentativi della storia del continente europeo. Un piccolo angolo di mondo che si è evoluto nel corso dei secoli da luogo di culto o uno dei siti più fortificati e contesi della storia, proprio per via della sua posizione altamente strategica.
Cartaginesi, Romani e Visigoti prima, Arabi e Regni spagnoli cristiani a seguire, ed infine inglesi, spagnoli e tedeschi. Un po’ quasi tutti si sono combattuti per rivendicarne il possesso, nonché per acquisire l’incalcolabile vantaggio politico e militare che il controllo dell’area poteva garantire.
Ma mi piace pensare a questo luogo anche per altre cose, che nulla hanno a che fare con guerre e controversie diplomatiche.

Uno degli aneddoti per esempio che mi ha sempre incuriosito è quello legato alle famose bertucce di Gibilterra, l’unica popolazione di scimmie selvatiche europee. Sono diventate il simbolo di questa piccola colonia, che fino al 1988 aveva proprio la loro effige stampata sulle monete da cinque pence.

Una scimmia di Gibilterra che prende il sole

Una scimmia di Gibilterra che prende il sole

Come siano arrivate qui è una domanda che si sono posti in tanti, ed ovviamente esistono teorie più plausibili, legate alla storia della regione, ed un insieme di leggende e credenze popolari alle quali però ogni tanto è bello credere.
C’è chi sostiene che siano state portate qui dagli Arabi, altri sostengono che siano stati i Romani. Una terza teoria ritiene che siano autoctone e discendano dai primati che popolavano questa parte di Europa meridionale circa cinque milioni di anni fa.
E poi ci sono le versioni più romanzate, come quella in cui si racconta che Gibilterra sia collegata all’Africa tramite un canale sotterraneo che attraverserebbe lo stretto, percorrendo il quale le scimmie sarebbero giunte in Europa colonizzando la rocca.
Si dice che fino a quando ci saranno scimmie nella rocca Gibilterra resterà sotto il controllo inglese. E questa credenza è da sempre talmente diffusa da indurre Winston Churchill a far incrementare la popolazione dopo la seconda guerra mondiale, a causa delle numerose perdite patite purtroppo durante i numerosi bombardamenti ed attacchi.
Oggigiorno comunque la presenza dei turisti sta minacciando la sopravvivenza di questi gruppi di bertucce più dei cannoni e delle guerre del passato, tanto da indurre il governo a creare severi piani di protezione con tanto di multe salatissime.

E’ un aspetto curioso di questo spicchio di Europa carico di significati profondi ed affascinanti. Un luogo che ha davvero il potere di toccare le corde dell’anima di qualsiasi viaggiatore.
Ho attraversato questo stretto corridoio di mare molte volte, ma lasciarsi alle spalle la terraferma per affrontare una traversata oceanica è sempre qualcosa di meraviglioso.
Trovarsi a navigare di fronte a quella sterminata distesa blu che sembra non possa avere mai fine permette davvero al tuo spirito di entrare in simbiosi con la grandezza della natura, e non esiste viaggio aereo che possa competere con le sensazioni che la nave può generare.

Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!   

Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!

Francesco Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.

 

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