SANT’ELENA
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Accoccolata tra montagne vulcaniche, nel cuore dell’oceano Atlantico, Jamestown fa da capitale alla remota isola di Sant’Elena, definita la “Piccola isola” nel 1785 da un Napoleone Bonaparte ancora bambino sull’ultima pagina del suo libro di geografia.
Una piccola isola che, ironia della sorte, da sperduto avamposto britannico è divenuta proprio il luogo dove, trenta anni dopo, il deposto e ormai definitivamente sconfitto imperatore francese è stato esiliato e dove poi vi è morto.
Poche persone al mondo conoscono la storia di quest’isoletta di 122 kilometri quadrati, o perfino dove si trovi, ma dall’Ottobre del 2017 è raggiungibile con un volo di 4 ore dal Sudafrica.
Sebbene attualmente non sia proprio una meta turistica o commerciale rilevante ha un passato abbastanza glorioso. Oltre infatti ad essere stato il luogo dove Napoleone ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita, personaggi illustri come l’esploratore James Cook, il naturalista Charles Darwin, il romanziere William Thackeray e l’astronomo Edmond Halley hanno tutti soggiornato qui.
Anche Arthur Wellesley, Duca di Wellington, acerrimo nemico del già citato Napoleone vi ha fatto una memorabile visita nel 1805 di ritorno in Inghilterra dall’India, e per poco qui non ha rischiato di morire annegato dato che la barca che lo stava portando a riva si è capovolta per via del mare troppo mosso.
Prima della creazione del canale di Suez ormeggiavano ogni giorno a Sant’Elena decine di barche, ed il commercio locale era florido già a metà del 1600, quando Oliver Cromwell aveva concesso all’East India Company una licenza per governare l’isola.
In quel periodo Sant’Elena era una della colonie più promettenti della Gran Bretagna. E con le ricchezze del commercio dall’India gli inglesi hanno costruito parecchi edifici tuttora presenti: una fortezza, un castello, una casa colonica e la chiesa di St. James.
Sant’Elena è un’isola fatta di scogliere scolpite dall’oceano, brillanti cieli notturni, valli ripide scavate dalla pioggia, rigogliose foreste ricche di felci lambite da nebbie marine, sabbia nera ed edifici a tinte pallide. E’ un isola da esplorare, fatta per l’avventura e la ricerca di tartarughe, pesci autoctoni e squali balena. Sembra che ci viva anche l’animale vivente più vecchio della terra, Jonathan la Tartaruga Gigante (nata nel 1832 circa).
A Sant’Elena si può sorseggiare effettivamente il caffè più remoto del mondo, bere un cicchetto di tungi, un liquore di fico d’india mentre si sgranocchiano crocchette di pesce panini con concentrato di pomodoro chiamati “pane e danza”.
Per chi ha voglia di camminate si possono risalire gli scoscesi 699 gradini della scala di Giacobbe, che si arrampicano su per la ripida valle che circonda e protegge Jamestown.
Si può andare anche alla ricerca di Napoleone, facendo un salto nel passato con il tour di Longwood House, dove l’imperatore francese visse dal 1815 fino alla sua morte, nel 1821. Si potranno vedere la sua una vasca di rame, dove trascorreva ore leggendo o scrivendo le sue memorie, e la sua tomba dov’è stato interrato fino al 1840, prima che il suo corpo venisse rimpatriato in Francia.
Sant’Elena è un’isola idilliaca e molto tranquilla, dove la vita scorre quieta e i circa 4.500 abitanti locali ancora barattano polli con zucche o altre verdure. E’ un micro mondo dove tutti si conoscono e i legami sono letteralmente tutto.
Lì ognuno è zia o zio di qualcun altro, anche se non lo è veramente, mi dice ridendo un isolano.
Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!
Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!
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