SCOZIA

PHOTO DIARY

Agosto 2019, Kirkwall, Scozia, Regno Unito

Quando pensi alla Scozia non puoi fare a meno di collegare quattro immagini: il kilt, la cornamusa, il whisky e Nessie.

E giusto per rimanere fedele alla cosa ricordo che la prima volta che ho messo piede in queste verdi e piovose lande mi sono ritrovato, dopo un corroborante mini tour di assaggi di whisky in una distilleria locale, su un minivan diretto al Lago di Loch Ness, nel tentativo di appuntare la mia testimonianza formale sul Registro ufficiale degli avvistamenti del mostro.
In quella occasione di Nessie, ovvero il serpentone delle acque del lago che da decenni alimenta la fantasia di turisti, scrittori e appassionati di misteri, non se ne era vista traccia. La giornata era quindi terminata lungo la ben più realistica Royal Mile di Edimburgo. Il famoso Miglio Reale, che collega il castello con il Palazzo di Holyroodhouse e permette di immergersi nella vera e propria atmosfera medievale della città grazie ai vicoli e ai cortili che la costeggiano.
Una costante di quella giornata era stata la pioggia, che era andata e venuta tutto il giorno come del resto capita spesso da queste parti.

Oggi a Kirkwall però il tempo sembra essere stranamente migliore del solito, e le strade della città sono popolate sia da autoctoni che da visitatori.
Con i suoi ben 8.500 abitanti circa è la località più popolosa ed il centro amministrativo più importante dell’isola di Mainland, la principale delle isole Orcadi. Il suo nome ha origini norvegesi dato che queste terre a nord della penisola britannica videro l’insediamento ed il perdurare di comunità vichinghe per molto tempo.

Percorrendo quella che sembra essere la strada principale ed avvicinandomi sempre di più verso il centro un suono famigliare giunge alle mie orecchie, ed ecco che ancora una volta la mia nuova tappa scozzese viene felicemente allietata dal suono di una cornamusa.

“Dodici Highlanders e una cornamusa fanno una ribellione.”
– PROVERBIO SCOZZESE

Sarà anche un vecchio detto, ma obiettivamente non riesco a pensare alla Scozia senza immaginarmi uno scozzese in kilt che suona orgoglioso e fiero questo strumento. Le note e le melodie che si generano sono talmente magnetiche e stridenti per alcuni versi che ti entrano nelle vene, e ti riecheggiano nelle orecchie creando quasi un effetto ipnotico.

Non sarà un vero e proprio Highlander (abitante delle Highlands, altipiani del nord della Scozia), ma trovo in mio suonatore di cornamusa di fronte alla Cattedrale di San Magnus, intento a intonare la famosa marcia titolata “Scotland the Brave”. Un classicone! Il vero cavallo di battaglia per qualsiasi suonatore di cornamusa, dato che oltre ad essere l’inno “non ufficiale” del Paese, è un canto a cui gli scozzesi sono molto legati per via del testo molto patriottico, e che sinceramente mette i brividi anche solo a leggerlo.

Un suonatore di cornamusa vicino alla Cattedrale di San MagnusLa cattedrale è illuminata dal sole e appare in tutta la sua bellezza. Viene chiamata a titolo onorifico la “Luce del nord” e racchiude diversi stili architettonici, normanno, gotico e romanico.
Pur non essendo molto grande offre una sensazione di austerità e maestosità, e la arenaria rossa della quale è composta la fa risplendere e la differenzia dagli edifici circostanti in stile tipicamente scozzese. Il suo campanile domina l’intera cittadina, ed il cimitero ubicato lungo la parete sinistra le da un aspetto surreale ed affascinante.

Mi siedo per ascoltare meglio e godere un po’ del calore dei raggi del sole.
Trovo che la cornamusa sia davvero uno strumento straordinario ma estremamente complicato da suonare.
Di primo acchito potrebbe sembrare semplice, dato che il suonatore non fa altro che soffiare in una specie di pipetta riempiendo una sacca di pelle di montone, provocando una pressione tale da permettere al suono di fuoriuscire da apposite canne. La pressione viene controllata tramite il movimento alternato dell’avambraccio sulla sacca e il suono si stabilizza nelle diverse sonorità bilanciando la quantità di aria immessa.
Ma è guardandolo ed osservando la tecnica e l’abilità di chi la suona che si capisce quanto siano necessari anni e anni di pratica. E soprattutto tanta, tanta passione.

Del resto la musica in Scozia è una vera e propria costante.
Ovunque tu possa andare su e giù per questa terra fiera e tradizionalista non puoi fare a meno di imbatterti in una danza o in una tonalità di toe-tapping, di sentire risuonare dolci melodie di violini da dentro i pub, o di assistere a sfilate di suonatori di cornamuse accompagnate dal rimbombare di tamburi.

Il kilt che indossa il suonatore ha un tartan di colore verde alternato a sottili strisce bianche e rosse. E’ un indumento molto comune in Scozia, e non di rado ci si può imbattere in gruppi di uomini in abito tradizionale, che si recano ad eventi importanti come matrimoni o festività indossando proprio questo pezzo di stoffa arrotolato intorno alla vita a modi gonna. Di solito lo associano ad uno sporran, una borsetta di cuoio utilizzata principalmente per contenere denaro.
Viene realizzato con un particolare disegno dei tessuti in lana delle Highlands scozzesi, il tartan appunto, che rappresenta i colori di un particolare clan.

Quello dei clan scozzesi è uno degli aspetti più intriganti di questa nazione che ha da un lato un fortissimo spirito patriottico ed indipendentista, ma dall’altro un altrettanto spiccato orientamento separatista anche all’interno del suo stesso popolo.
In ogni negozio di souvenir ti propinano decine di tessuti, sciarpe, kilt e accessori appartenenti ai diversi clan storici che simboleggiano le casate nobiliari delle varie regioni della Scozia.
Il senso di appartenenza ad un clan ha sempre dato a questo popolo un senso di unità universale anche per coloro che pur essendo di origine scozzese non vivono più in Scozia da generazioni. La parola viene dal gaelico e significa “figli della famiglia”, e nel corso dei secoli questi gruppi famigliari allargati non si sono mai estinti nonostante la loro storia spesso turbolenta e sanguinosa, proprio perché hanno sempre fatto leva sul rapporto di fedeltà tra i loro membri.

Il suonatore termina il suo repertorio e saluta i numerosi turisti raggruppatisi per ascoltarlo. A questo punto posso riprendere il cammino lungo la strada principale che costeggia la cattedrale e raggiungere le rovine del Earl’s Palace, un palazzo in stile rinascimentale francese edificato nel 1607 dal tirannico Conte Patrick, signore delle Orcadi, in prossimità del Palazzo del Vescovo.

Earl's Palace, nel centro di Kirkwall

Earl’s Palace, nel centro di Kirkwall

La cosa che mi colpisce nuovamente mentre vago all’interno delle rovine è il fatto che una piccola isola a nord della Scozia possa avere così tanto da visitare. Con i suoi siti archeologici neolitici e i suoi palazzi e chiese ben più recenti. A testimonianza di epoche storiche differenti e di legami tra opposte culture, che hanno così contrassegnato fin da tempi remotissimi questo angolo così sperduto e isolato d’Europa.

Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!   

Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!

Francesco Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.

 

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