TAIWAN
PHOTO DIARY
Che sia un abito, un utensile o un giocattolo, penso siano veramente poche le persone che possano vantarsi di non aver mai avuto in casa almeno un oggetto fabbricato a Taiwan.
Il successo del “Made in Taiwan” incomincia negli anni Sessanta, quando questo Paese, membro di diritto delle quattro “Tigri asiatiche” insieme a Singapore, Hong Kong e la Corea del Sud, inizia a produrre in massa prodotti tessili a basso costo. Durante quest’epoca d’oro infatti, grazie ai bassissimi costi di produzione e di manodopera, le aziende riescono a esportare in tutto il mondo articoli economici che si vanno sempre di più a imporre sui mercati stranieri occidentali.
Se però allora le produzioni taiwanesi venivano associate a prodotti di grande quantità ma di bassa qualità, oggigiorno questa immagine è cambiata, ed è soprattutto nell’ambito tecnologico che Taiwan gioca un ruolo principe, grazie alla correlazioni commerciali con grandi marchi come Apple, Asus e HTC. Il livello qualitativo è molto alto, e forse in pochi sanno che la maggior parte degli IPhones e degli Ipad sono prodotti proprio qui.
Ma Taiwan non è solo produzione industriale e tecnologica. Come ogni Paese asiatico ha un’anima religiosa molto forte, eredità del suo passato storico e del suo substrato sociale.
E proprio per questa ragione, una volta arrivato per la prima volta a Kaohsiung, decido di andare a visitare quello che mi viene decantato come una delle cose da vedere sicuramente da queste parti, il Tempio di Fo Guang Shan.
E’ il più grande e ricco monastero del Paese, ma non è molto antico, dato che è stato costruito a partire dal 1967. Per chi è interessato alla storia del Buddha può davvero valere la pena visitarlo, così come per tutti coloro che amano viaggiare unendo studio, meditazione e atmosfere spirituali.
Ammetto che la prima impressione dall’esterno ed una volta varcata la soglia di ingresso non è molto positiva.
Si percepisce subito la modernità, cosa che generalmente non amo molto ritrovare nei siti storici. I numerosi ristoranti e negozi di souvenir esaltano subito l’aspetto commerciale dell’area ed il suo approccio molto turistico.
Intorno a me camminano in gruppi più o meno numerosi decine di turisti probabilmente cinesi, guidati da accompagnatori equipaggiati con rumorosi e alquanto noiosi megafoni e radio trasmittenti.
Dettaglio del piazzale e delle pagode del Tempio di Fo Guang Shan
Il tempio deve il suo nome alla Fo Guang Shan, un’organizzazione internazionale buddista cinese. Una sorta di ordine monastico con sede proprio qui a Taiwan. Il tempio, situato nel Dashu District, vicino alla cittadina di Kaohsiung, è la sede di questo movimento religioso, che oltre tutto è una delle più grandi organizzazioni di carità dell’isola.
L’ordine promuove una sorta di buddismo umanista, ed è famoso per l’uso della tecnologia per il completamento degli arredi dei suoi templi. Il suo fondatore, Hsing Yun, ha creato il Fo Guang Shan come una amalgama delle otto scuole del buddismo cinese, e qui a Taiwan il movimento è considerato una delle “Quattro Grandi Montagne”, e cioè le quattro principali organizzazioni buddiste locali.
Una volta lasciata alle spalle la hall di accesso, mi trovo di fronte ad un tempio enorme, che si allunga lungo una linea assiale centrale per parecchie centinaia di metri di fronte ai miei occhi.
Due file di otto eleganti pagode in stile cinese si contrappongono sui lati del viale principale che conduce fino alla Piazza della Bodhi, al di là della quale si erge la maestosa ed imponente statua dorata del Buddha Armitabha dalle gambe incrociate, alta 36 metri.
Fa molto caldo e cammino lungo il percorso che conduce al Memorial Hall cercando di sfruttare l’ombra creata dalle pagode, e mi appresto così a visitare l’area museale del sito.
Tutte le sale interne sono moderne e ben equipaggiate, adatte a grandi folle di pellegrini e visitatori. Non manca assolutamente nulla: aria condizionata, cartelli esplicativi posizionati ovunque e scritti sia in mandarino che in inglese, numerosi bagni dotati di ogni confort, ascensori per anziani e disabili, moltissimi impiegati ed addetti al ricevimento impostati e sempre sorridenti, filmati e sale tematiche dedicati alla vita del Budda.
Trovo molto interessante una galleria fotografica che raccoglie immagini legate al folklore popolare cinese e taiwandese, nelle quali si possono ammirare uomini e donne di ogni età vestiti con costumi d’epoca tradizionali.
Costumi tradizionali di Taiwan in una foto esposta al Tempio
Tutto è curato ed accessibile, le nicchie funerarie dei seguaci del suo fondatore, le sale di meditazione e le biblioteche. Mi colpisce molto la devozione dei numerosi monaci, intenti a pregare e meditare, del resto uno dei valori aggiunti del tempio è il fatto che qui sia custodita la reliquia del dente del Buddha storico.
Verità, leggenda o misticismo religioso a parte, sicuramente il complesso trasmette pace e armoniosità a tutti coloro che cercano di recepirne il messaggio e gli insegnamenti, estraniandosi il più possibile dal mero e semplice approccio turistico.
Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!
Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!
Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.
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