UNGHERIA
PHOTO DIARY
Sono stato a Budapest per la prima volta nel lontano 1996, durante la classica gita scolastica dell’ultimo anno fatta semplicemente di tanta voglia di libertà ed evasione.
Nonostante fosse stata un’esperienza divertente, ho sempre avuto il ricordo di una città grigia, la cui periferia, sagomata dai contorni dei tipici palazzi popolari di tradizione sovietica, emanava una sorta di freddezza austera e poco accogliente.
Di tutte quelle memorie velate e ormai corrose dal tempo, tre erano le immagini che erano perdurate maggiormente tra gli scaffali dei ricordi: il freddo pungente (che ti entrava profondamente nelle ossa a tutte le ore della giornata), fori di proiettile lungo i muri di decadenti palazzi, i primi intrugli energetici venduti nei locali notturni.
Gli stessi monumenti ed edifici maestosi che ora mi ammaliano per magnificenza e splendore mi erano sembrati allora i baluardi di una capitale poco comprensibile. Come incomprensibile del resto è l’ungherese, una delle più complicate tra le lingue europee.
Il secolo scorso aveva lasciato le sue pesanti e tragiche impronte su quelle strade e quei vialoni. Percorsi urbani lungo i quali imperialismo, nazismo, comunismo e capitalismo si sono più volti incontrati e scontrati.
Era una città che stava lentamente uscendo dal suo passato e dal suo bozzolo di oppressione politica e sociale, e come una splendida farfalla attendeva pazientemente il momento in cui avrebbe potuto aprire finalmente le sue bellissime ali.
E tornarci finalmente dopo tutti questi anni è stato il miglior modo per poter cancellare quel grigiore che perdurava da troppo tempo. Posso ribadire infatti ora con altrettanta franchezza che Budapest è una città che ammalia, grazie alla sua unicità composta da molti contrasti.
La si può considerare come una delle porte dell’Occidente verso l’Oriente, una città europea sempre propensa ad ovest ma abbracciata da influenze nordiche, balcaniche e mediorientali.
Un insieme affascinante di angoli e scorci raffinati contornati dal Danubio, il grande fiume sul quale si specchiano maestosi palazzi, e dalla collina di Buda, dalla quale si ha una vista a dir poco spettacolare.
La chiamano la “Parigi dell’Est”, e non ci metto molto a capire il motivo. E’ una città vivace e piena di piccoli pub, ristoranti e caffè. Il magnifico Parlamento illuminato può essere considerato da solo una delle più belle cornici che si possano desiderare per il proprio viaggio.
Concedersi una cena romantica a bordo di uno dei battelli ormeggiati lungo il Danubio, con a seguire una passeggiata notturna lungo i suoi ponti illuminati, è veramente un’esperienza indimenticabile.
Trascorro la giornata salendo e scendendo dagli efficientissimi tram che collegano ogni angolo di Pest, la parte bassa della città, inoltrandomi naturalmente alla scoperta di quella alta di Buda, ricca di palazzi barocchi ed elementi risalenti al periodo medievale.
Budapest è una città dove si deve camminare parecchio per poterla ammirare da ogni prospettiva. Ma è in grado di offrire anche piacevoli momenti di relax. Per gli amanti dei centri termali si ha l’imbarazzo della scelta, grazie alla presenza di numerose terme tutte dotate di strutture ben organizzate ed acque sulfuree curative che si dice abbiano poteri quasi miracolosi.
Se si vogliono soddisfare le buone forchette basta pensare che la cucina ungherese è considerata una delle più particolari e rinomate d’Europa. Forse un po’ pesante se dovessi ascoltare il mio stomaco, ma sicuramente piena di storia e ricca di sapori, con i suoi gulash, il langos (pizza fritta), la paprika e i cavoli ripieni. Soprattutto se accompagnati da del buon vino rosso locale o da un bicchierino di pálinka, un distillato di frutta simile alla grappa.
E ci sono validissime alternative anche per coloro che necessitano immergersi nel verde. La prima è l’Isola Margherita, il parco galleggiante collegato alla terraferma da due ponti e che si trova ubicato al centro del bel Danubio blu. La seconda, in alternativa, è il Parco Municipale.
Lo si raggiunge a piedi dalla Piazza degli Eroi dove si erge il Monumento del Millenario, il quale raccoglie le statue dedicate agli antichi sovrani e condottieri ungheresi. Tra queste ha un posto di rilievo niente meno che il celeberrimo Attila, il re degli Unni.
Lì nel parco, all’interno delle mura del Castello Vajdahunyad si può, tra le altre cose, farsi una simpatica fotografia con l’Anonimo, la cui statua sembra essere uscita direttamente da uno dei film della saga de Il Signore degli Anelli.
La leggenda vuole che la statua sia diventata un punto di riferimento per ogni aspirante scrittore, dato che si crede che chiunque con questo desiderio tocchi la punta della matita da lui impugnata, possa diventare un giorno uno scrittore famoso ed affermato.
Statue incappucciate a parte, Budapest rimane senza dubbio una delle capitali europee in grado di soddisfare qualunque desiderio per chiunque abbia voglia di conoscerla.
Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!
Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!
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