RÉUNION

PHOTO DIARY

Settembre 2008, Saint-Denis, La Réunion

Ci lasciamo alle spalle la capitale Saint-Denis, centro abitato principale dell’isola nonché la più grande delle capitali dei Dipartimenti francesi d’oltremare.
E’ un centro urbano piuttosto caratteristico, con il suo patrimonio storico di musei e tipiche abitazioni, gli edifici coloniali religiosi ed il maniero (eredità sopravvissute dell’antico villaggio dei primi coloni), il variopinto tempio Shri Kali Kampal, la moschea Noor-e-Islam e la cattedrale cattolica.

Edifici coloniali a Saint-Denis

Edifici coloniali a Saint-Denis

Lentamente il panorama cambia e di tanto in tanto incrociamo qualche cars jaune, gli autobus gialli tipici che collegano i vari insediamenti.
Abbandoniamo i panorami marini e saliamo, penetrando sempre di più tra le montagne mozzafiato avvolte di una vegetazione rigogliosa, dal verde quasi abbagliante sotto i raggi del sole.

L’Ile de la Réunion, questa perla poco conosciuta dell’Oceano Indiano, è la casa del Piton de Fournaise, uno dei vulcani più attivi del mondo dalla cima coperta di neve, e del Piton de Neiges, detto il “Tetto della Riunione”, picco montuoso della bellezza di 3.000 metri circa di altezza, e luogo di incontro e svago di fanatici del parapendio provenienti da tutto il mondo.
Si respira un’aria differente a quelle altezze, e sembra più di trovarsi in Europa che in Africa. Un’aria frizzante e fresca, ricca di ossigeno, che non impiega molto ad aprirmi lo stomaco.

Una cascata nell'interno dell'isola

Una cascata nell’interno dell’isola

Non manca molto al pranzo, e presto la cucina tradizionale saprà deliziarmi con il suo connubio di sapori e ingredienti generato dalle numerose influenze etniche tipiche di questa parte del mondo e dal clima estremamente piovoso, che rende la terra fertile e adatta alle coltivazioni.
Devo solo preparare il palato ai forti sapori di spezie asiatiche, peperoncino e legumi africani, alle carni in umido cucinate in stile europeo, ed al famoso piatto forte della cucina creola locale, lo zafferano dei poveri, cucinato con pollo o con moscardini e contornato da riso e legumi secchi, cipolle, zenzero e pomodori.

Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!   

Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!

Francesco Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.

 

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