THAILANDIA
PHOTO DIARY
All’elenco delle decine di cose fatte in Thailandia decido di aggiungere la visita al Sanctuary of Truth, il Santuario della Verità, una particolarissima struttura in legno nella quale si fondono arte, grandissime abilità di intaglio e sincretismo religioso. Raggiungo quindi con un taxi il lungomare di Rachvate Cape di Pattaya, celeberrima località balneare thailandese che insieme a Phuket ha accresciuto la fama e diffuso l’attrattiva nel mondo verso il cosiddetto “Paese del sorriso”.
Il Santuario della Verità è uno dei luoghi imperdibili dell’area di Pattaya, e sinceramente giustifica anche una gita giornaliera da Bangkok, la capitale, dalla quale dista circa 140 chilometri.
Durante il tragitto chiacchiero con il tassista, un ragazzo giovane, molto simpatico, che parla un buon inglese con il tipico accento e la pronuncia divertente di quelle parti. Osservando il paesaggio circostante penso a quanto la Thai sia affascinante, e quanto soprattutto siano controverse e così cozzanti tra loro le molteplici tipologie di turismo che convogliano qui milioni di persone ogni anno da tutto il mondo.
Perché al di là di stereotipi e luoghi comuni la Thailandia offre veramente ai suoi visitatori ogni forma di turismo e intrattenimento: quello culturale degli spettacolari templi di Wat Pho a Bangkok o del Tempio Bianco a Chiang Rai, quello puramente balneare o ricreativo, fatto di celebri spiagge tra cui le famosissime Phi Phi Island o James Bond Island, quello naturalistico, fatto di passeggiate sul dorso di elefanti, o quello per chi cerca il benessere ed il divertimento, con i saloni per massaggi, le discoteche e la cucina etnica thai.
Ed infine (sarebbe da ipocriti non menzionarlo), quello sessuale.
Ad primi si contrappone infatti quello più subdolo ma ugualmente diffuso e redditizio dei sexy bar e dei locali a luci rosse, come a Patong Road. Mete predilette di spendaccioni e chiassosi viaggiatori del sesso europei, americani e ultimamente anche cinesi. Turisti cinesi tra l’altro poco amati dagli stessi abitanti locali, che li considerano maleducati e rozzi a tal punto da costringere l’ente del turismo thailandese a pubblicare un vero e proprio manualetto di istruzioni al galateo, rigorosamente in mandarino, da distribuire ad ogni visitatore cinese in arrivo.
Intravedo il santuario tra gli alberi, del resto è decisamente molto alto, lungo un centinaio di metri, e in grado di ricoprire un’area di circa 35 acri.
Il fascino della struttura dall’esterno è indiscutibile, soprattutto se si considera che è stato realizzato unicamente con il legno duro delle foreste senza l’aggiunta di chiodi o bulloni. Il fatto che sia tuttora work in progress inoltre rende il tutto abbastanza particolare. Si ha infatti la possibilità di osservare decine di artigiani impegnati nel minuto ed instancabile lavoro di intaglio delle statue.
E’ lontano anni luce dalla tipica immagine del classico tempio, dove ti aspetti di trovare giganteschi e placidi Buddha in tutte le pose, affreschi di ogni genere e altari pieni di candele. Ammetto che quell’universo così avvolgente e contorto di animali, persone, divinità e creature mitologiche mi fa vivere qualche iniziale istante di confusione, ma allo stesso tempo di estrema curiosità. Teste di elefante che trasportano donne seminude, umanoidi in perizoma e con la coda, simboli fallici, draghi, cavalli imbizzarriti ed uccelli si intersecano tra loro in una sorte di vortice senza fine. Tutti insieme creano un pazzesco universo di figure fantasiose e messaggi subliminali che agli occhi di un occidentale possono ricordare banalmente tre differenti visioni a seconda di come uno li voglia guardare: personaggi o tipici scenari di cartoni animati, film di fantascienza o rappresentazioni dei gironi infernali danteschi.
Difficile valutare quanto il vero obiettivo del suo ideatore, il ricco imprenditore thailandese Lek Viryaphant, si sia effettivamente realizzato. Pare infatti che abbia voluto riunire le antiche conoscenze spirituali al fine di perseguire un’unica verità, con lo scopo finale di entrare con questo simbolismo religioso (e se vogliamo quasi grottesco) nella testa delle decine di turisti che affollano ogni giorno il tempio ed il suo circondario. Ma se non altro ci si trova veramente di fronte ad un’opera unica e magnifica, dal sapore antico, come antiche sono la terra e la cultura del Paese che lo ospita.
Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!
Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!
Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.
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