INDONESIA

PHOTO DIARY

Febbraio 2007, Komodo National Park, Loh Liang, Indonesia

L‘arcipelago indonesiano credo possa essere considerato uno dei luoghi più affascinanti della Terra. Le sue dimensioni sono davvero enormi, e riuscire a vedere anche solo una parte di tutti gli angoli paradisiaci che lo compongono non è una cosa semplice. I suoi abitanti sono adorabili, gentili e sempre sorridenti e i suoi templi sono la manifestazione di una cultura antica fatta di rispetto e tradizioni. Spiagge di sabbia bianca, tramonti mozzafiato, passeggiate nella giungla, incontri ravvicinati con simpatiche scimmiette e orangotanghi, una vita sottomarina emozionante, attrazioni turistiche e grandi alberghi sono solo alcuni dei motivi che attraggono qui ogni anno moltissimi visitatori.

Due sono però le località che più ne riassumono le componenti vitali, Bali e Komodo. Perché se a Bali puoi davvero respirare la pace e la leggerezza della natura mischiata con la spiritualità degli abitanti, a Komodo puoi entrare in contatto con gli animali più pericolosi e feroci del pianeta, ultimi sopravvissuti di un mondo antico scomparso.

Ed è nel Komodo National Park di Loh Liang, nel cuore dell’Indonesia, che faccio conoscenza con il Varanus komodoensis, più comunemente conosciuto come drago di Komodo, l’ultimo dinosauro della Terra, un lucertolone lungo dai due ai tre metri che arriva a pesare anche 100 kg e dall’appetito decisamente molto ma molto vorace.

Isola di Komodo

Isola di Komodo

Il ranger che conduce il gruppo cammina spavaldo impugnando il lungo bastone di legno. Si è presentato al gruppo come Roger, e non credo abbia più di trenta anni. E’ sempre difficile indovinare l’età degli asiatici. La genetica, lo stile di vita e l’alimentazione garantiscono loro di mantenersi giovani nel fisico molto di più degli occidentali. Il suo nome comunque è facile da ricordare. In molti in Indonesia hanno nomi mussulmani per via della religione, mentre a Bali si utilizza uno strano modo per nominare i figli maschi. Gli vengono dati nomi sempre uguali in un ordine preciso, dal primogenito a seguire. Nomi come Made, Gede, Putu e Nyoman. Si chiamano tutti così, come se in Italia tutti i primogeniti si chiamassero Giuseppe, i secondi Marco e così via.

Roger ha un’espressione convinta e rassicurante, e col suo bastone muove gli arbusti aprendosi la via con passo deciso. Generalmente non faccio caso a questi dettagli, ma stavolta non posso fare a meno di concordare con un commento fuoriuscito precedentemente a mezza voce dalla bocca di un paio di partecipanti all’escursione. Un commento forse frettoloso e inappropriato, ma obbiettivamente realistico, dato che con esso esprimevano semplicemente le loro perplessità sull’efficacia di questo strumento di fronte a quel tipo di predatore nascosto nella boscaglia. Bastoni di legno contro un sauro spaventoso, una creatura in grado di banchettare tranquillamente anche con un essere umano. Un essere dotato di potenti zampe dagli artigli affilati e di un morso da squalo, con il quale inocula nella malcapitata vittima un mix letale di ben cinquanta ceppi di batteri differenti e veleno.

Camminiamo per circa una mezz’ora tra cespugli e arbusti. Passo dopo passo lievita nel gruppo una sensazione di tensione mista a curiosità, che viene sempre di più nutrita da rumori lontani provenienti dalla giungla e dalle pause volontarie dei ranger, abituati ad alimentare con questi piccoli trucchetti il fuoco dell’aspettativa nei cuori dei visitatori.

Un drago di Komodo

Un drago di Komodo

Al di là di ogni più rosea previsione ci imbattiamo in due grossi esemplari di maschio, e apprendiamo con grande piacere di come l’esperienza e l’abilità di questi ometti locali sia ben testata. Dimostrano infatti grande serenità ed abilità nel tenere a bada questi lucertoloni, due dei quali ci rendono testimoni di un incredibile show inaspettato, un vero e proprio scontro frontale per accaparrarsi a suon di morsi pezzi di cibo da una carcassa di uccello.

Un evento naturale unico, che si ripete ancora oggi fin dall’alba dei tempi in questo luogo sperduto nel tempo e nello spazio.

Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!   

Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!

Francesco Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.

 

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