GERMANIA
PHOTO DIARY
Brema mi accoglie con quella spensieratezza tipica che trovi solo nelle cittadine di provincia durante le fresche mattine estive.
I negozi e le botteghe del centro storico stanno aprendo lentamente, con l’obiettivo di attrarre i primi turisti che si apprestano a trascorrere la giornata a passeggio tra le sue strade, e nell’aria si respira profumo di croissant, dolci appena sfornati e caffè.
Gli edifici che fanno da contorno alla Marktplatz, il fulcro storico e politico della città, iniziano a risplendere nei loro differenti colori, illuminati ed esaltati dai raggi del sole. Il Duomo di San Pietro si erge maestoso nel suo perfetto stile gotico tipicamente germanico, rivaleggiando coi palazzi del Municipio e della Camera di Commercio. Al centro della piazza la Statua di Rolando vigila con il suo sguardo sugli abitanti, e li protegge con spada e scudo dorato.
Lungo il lato ovest del Rathaus, il municipio, mi imbatto nella statua di bronzo dedicata ai quattro protagonisti della favola dei fratelli Grimm, i Musicanti di Brema, e la mia fantasia vola per qualche attimo indietro agli anni della mia fanciullezza.
Posizionati uno sopra l’altro, l’asino, il cane, il gatto e il gallo mi sorridono simpaticamente, e non posso fare a meno di accarezzare anche io le gambe del primo, gesto che si ritiene porti fortuna.
La statua è stata scolpita nel 1951 da Gerhard Marcks, e in realtà la posizione riprende proprio quella che i quattro animali musicisti avrebbero utilizzato per entrare nella città durante il loro primo concerto.
Ho visitato parecchie città tedesche ed ognuna di loro ha il suo fascino e la sua bellezza, ma devo ammettere che Brema è davvero una delle più attraenti.
E’ una cittadina che non necessita di tanti complimenti ed elogi per sentirsi fiera della propria storia.
Qui la religione ha avuto un ruolo molto importante, ma è sicuramente al mare che deve la sua ricchezza e il suo prestigio. Le brezze marine hanno portato commerci, prosperità economica e un florido destino per i mercanti anseatici del passato. Un passato che ancora oggi trasuda dalle pietre degli edifici, e dalle case che costeggiano le strade del suo cuore urbano lungo e stretto.
Strade come la Böttcherstrasse, composta per i suoi 100 metri di lunghezza da edifici in mattoni rossi che un tempo ospitavano i negozi dei bottai. La percorro lentamente, ammirando i dettagli che mi circondano. Tutto quanto intorno mi da davvero l’impressione di trovarmi immerso in una lontana epoca passata.
Passo dopo passo giungo così nello Schnoor, uno dei classici quartieri che ti aspetti di trovare in ogni centro storico tedesco degno di questo nome. E’ composto da stradine nelle quali le tipiche case dalle tinte pastello si alternano a caffè, ristoranti e piccoli negozietti.
Proprio in uno di questi piccoli luoghi di ristoro decido di prendermi una breve pausa per gustarmi in tutta tranquillità un pretzel, il tipico pane dalla forma di anello e le estremità annodate diffuso in tutti i paesi di lingua tedesca, e spesso accompagnato da weißwurst e senape dolce.
I suoi ingredienti sono molto semplici: farina di grano tenero, malto, acqua e lievito di birra, oltre al bicarbonato di sodio. In alcune regioni si aggiunge anche lo strutto o viene utilizzata la farina integrale o quella di faro. Sulla glassatura esterna vengono spolverati prima della cottura del sale grosso o dei semi di sesamo.
Pare che i fornai più esperti riescano ad eseguire un movimento talmente veloce che conferisce alla pasta la caratteristica forma circolare in meno di un secondo. L’aspetto esterno lucido è dato dalla particolare tecnica di preparazione detta Laugengebäck, la quale prevede che il pane prima della cottura venga immerso per qualche istante in una soluzione bollente di acqua e soda caustica.
La sua origine risale all’Alto Medioevo, quando i monaci francesi e del Nord d’Italia producevano striscioline di pane dalla forma intrecciata che ricordava quella delle braccia incrociate di un monaco intento a pregare. I tre buchi che si formavano sembra riconducessero simbolicamente alla Santissima Trinità.
La leggenda dice che sia il cibo da merenda più antico del mondo, dato che i monaci lo usavano per premiare i giovani adepti che imparavano a memoria i sacri versi e le preghiere della Bibbia.
Pare che una volta oltrepassate le Alpi sia poi diventato uno dei veri e propri simboli della Germania e della sua cultura culinaria.
Mentre divoro il mio pretzel osservo i turisti che mi circondano. Grazie a qualche parola che giunge al mio orecchio capisco che la maggior parte di loro è di nazionalità tedesca.
I tedeschi sono da sempre un popolo di inguaribili ed insaziabili viaggiatori. Esiste un termine, wanderweg, il quale unisce il verbo wander, che tradotto vuol dire “fare escursioni”, con la parola weg, letteralmente sentiero, piccolo strada, e che quindi traduce l’immagine del “sentiero da percorrere a piedi”.
La passione per l’esplorazione e la storia passata sono solo una delle molte sfaccettature degli abitanti di questa nazione grandiosa ed unica. Una nazione di pensatori, musicisti e guerrieri che ha dato i natali a Martin Lutero, Johannes Gutenberg, Ludwig van Beethoven e Federico Barbarossa. La terra dei crauti e dell’Oktoberfest, dell’uomo di Nearderthal e dei Nibelunghi, del muro di Berlino e dell’oscuro passato nazista. La patria della birra, delle automobili e dell’acqua di Colonia.
La Germania, una terra geograficamente situata al centro dell’Europa, e da sempre al centro della sua storia. Un grande paese democratico ed aperto al mondo, dotato di una storia millenaria ricca di tradizioni e di un presente pieno di vitalità ed energia.
Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!
Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!
Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.
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