INDIA

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Maggio 2006, Mumbai, India

E’ pomeriggio e fa caldissimo, ci saranno più di 40 gradi e l’umidità credo raggiunga una percentuale quasi del novanta per cento.
Di fronte a me si erge maestosa la Chhatrapati Shivaji, o Victoria Terminus, uno degli edifici storici più famosi della città di Mumbai. Un luogo a dir poco incredibile, considerato essere tra i più trafficati e caotici dell’intera India, e probabilmente del mondo intero.

Descrivere la Chhatrapati Shivaji è quasi impossibile, come del resto parlare dell’India è di per sé già difficile e dispendioso.
Non bastano poche parole, perché sarebbe come cercare di riassumere l’effetto di un fiume in piena che sul suo tragitto abbatte e distrugge ogni barriera portandosi tutto dietro di sé. La marea inarrestabile delle sensazioni che questo Paese provoca ed il suo misticismo profondo incantano e confondono, inebriano e sfuggono ad ogni tentativo di comprensione.
Le sue sfaccettature sociali, variegate come le sfumature calde dei suoi colori vivaci, rumorose come i clacson dei moto risciò sguinzagliati ovunque e illogiche come le mucche sacre che camminano indisturbate ingorgando il traffico, sono un eterno contrasto vivente.
In India è necessario abbandonare ogni pregiudizio, ogni convinzione e lasciarsi completamente avvolgere dalla sue mille contraddizioni. E’ un luogo di immagini che senza dubbio rimangono scolpite nella memoria, come pietre preziose destinate a essere gelosamente custodite per sempre. E’ un luogo arcano, antico ed ammaliatore, che confonde perché contrastante, sempre e comunque.

Da un lato sembra non fermarsi mai. Pare in grado di modificarsi continuamente proprio come un serpente o un camaleonte in continuo movimento.
Dall’altro è un mondo statico, fermo nelle sue convinzioni sociali più basiche, che sembra pretendere e reclamare al mondo una fiera difesa della propria identità. E’ una terra ostinata, che cerca di evolversi e modernizzarsi, ma che allo stesso tempo salvaguarda e protegge i suoi riti millenari con maniacale determinazione.

Antiche sculture presso i Templi di Mahabalipuram, vicino a Chennai

Antiche sculture presso i Templi di Mahabalipuram, vicino a Chennai

E’ necessario tempo per apprezzarla, per conoscerla, per viverla veramente.
Ci vuole pazienza per allenare l’olfatto a quegli odori così forti delle spezie e delle persone, e per rafforzare l’udito a quel continuo ed incessante sovraffollamento di suoni e rumori di clacson, persone e versi di animali. E’ necessario tempo per abituare la vista a quei colori vivaci e lucenti che colorano violentemente ogni cosa, o per educare il palato a quei sapori di curry, coriandolo, peperoncino, zenzero e tamarindo che non permettono quasi di distinguere il vero sapore dei cibi.
E ci vuole soprattutto tempo per capirla. Per comprendere il perché di così tante diversità sociali. Per abituarsi alla miseria che ti si materializza di fronte ad ogni angolo e ciglio di strada, sotto forma di un mendicante senza arti accovacciato o di un gruppo di bambini cenciosi e sporchi.
Immagini forti, che generano paure e inquietudini, spesso ribrezzo o dispiacere, alle quali si oppongono alberghi e residenze esageratamente lussuosi, o gli abiti sfarzosi dei membri delle classi più elevate.

Dhobi Ghat, le lavanderie a cielo aperto di Mumbai

Dhobi Ghat, le lavanderie a cielo aperto di Mumbai

L’india è un mosaico di elementi che contrastano e cozzano violentemente tra loro ma che si intrecciano in un abbraccio commovente ed infinito. E’ una terra incredibile, proprio come la definisce una campagna di marketing pubblicitario governativa di promozione turistica del 2002, con la famosa denominazione Incredible India.

Calpesto a fondo il terreno sotto i miei piedi e mi fermo per qualche istante. Vengo ancora una volta pervaso da una strana sensazione, un brivido mi sale lungo la schiena e mi si accappona la pelle. Chiudo gli occhi e respiro a pieni polmoni nonostante faccia questo caldo insopportabile.

La Chhatrapati Shivaji è stata inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, ed è stata costruita nel 1888 con una fusione di elementi veneziani ed indiani ma terminata nel 1897, venendo intitolata alla regina britannica Victoria.
Il suo nome indiano è recente. Risale al 1996, è gli è stato dato in seguito alla recente politica di nomenclatura dei luoghi indiani con toponimi propri della cultura locale e non di quella inglese colonizzatrice. Un po’ come la città stessa, Bombay, ribattezzata in Mumbai.

Entrando nell’edificio vengo inglobato in un turbinio di persone che si muove incessante e frenetico, come se qualcuno improvvisamente avesse accelerato con un tasto il ritmo del mondo. Sono testimone della quotidiana e pazzesca concentrazione di esseri viventi che transitano da questo luogo davvero, come dire, incredibile. Un luogo che vede ogni giorno passare tra le sue mura oltre un milione di pendolari e circa tre milioni di passeggeri che a bordo dei suoi più di mille treni arrivano e partono per ogni angolo della nazione. Treni dove uomini si arrampicano come acrobati su finestrini e maniglie per trovare un posto e poter viaggiare su vagoni stracolmi fino all’inverosimile. Treni dove ogni giorno, in un rito che non trova paragoni in nessun angolo del pianeta, si assiste alla consegna a domicilio dei pasti per i pendolari. Migliaia di pasti caldi che vengono trasportati e recapitati agli impiegati degli uffici della città da parte di veri e propri commessi viaggiatori, dopo essere stati preparati con amore e devozione da madri e mogli.

Solo in un posto come questo ci si può davvero rendere conto di quanto siamo insignificanti e piccoli di fronte alla vastità e alla grandezza del genere umano, di quanta vita ogni giorno possa pulsare in ogni angolo della Terra, incessante e senza sosta.

Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!   

Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!

Francesco Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.

 

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