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Biella, Piemonte

Il Medioevo contadino al Ricetto di Candelo

1 Febbraio 2022byFrancesco
Il Medioevo contadino al Ricetto di Candelo
  • Torri e mura a guardia della savana
  • Un grande granaio fortificato
  • Dentro e fuori le mura
  • La magia del ricetto
    – Una cornice ideale
  • Galleria fotografica

Vaste brughiere alternate ad acquitrini e piccole vallate boscose.
Questo è il paesaggio delle Baragge piemontesi, che per la loro semplicità di spazi e forme e l’apparire senza confini ricordano per alcuni versi (e con un pizzico di immaginazione) la savana africana.

Nessun leone o gruppo di gazzelle, ma in questo territorio unico a livello naturalistico, fatto dei colori caldi di felci e ginestre, le torri e le mura del Ricetto di Candelo si ergono solide a testimonianza di un’epoca antica, lasciando una traccia indelebile e suggestiva del passato di queste terre.

Torri e mura a guardia della savana

E’ facile raggiungere il Ricetto di Candelo, questo piccolo borgo medievale perfettamente conservato situato poco distante da Biella, a circa 350 metri di quota.
Per chi volesse utilizzare l’automobile le possibilità di parcheggio non sono molte, ma la miglior opzione è sostare vicino alla Chiesa di Santa Maria Maggiore. In questo modo ci si avvicina al borgo a piedi raggiungendo le mura esterne che danno sul pendio rivolto verso il torrente Cervo.

Ed è proprio qui che si può ammirare una delle prospettive più suggestive di questo straordinario complesso fortificato, che sembra quasi fornire un abbraccio avvolgente ai suoi edifici e ai numerosi visitatori che oggi ripercorrono quelle strade.
Percorsi lungo i quali i suoi antichi abitanti contadini traevano protezione, rifugio e sostentamento. 

Il Ricetto di Candelo

Il Ricetto di Candelo

Un grande granaio fortificato

Ma che cosa è un ricetto?
La parola ricetto significa letteralmente rifugio o ricovero.

Storicamente si tratta di un raggruppamento di case recinte da mura fortificate utilizzato per lo più in Piemonte, che avevano lo scopo di accogliere gli abitanti della campagna nei momenti di pericolo.

In poche parole un grande magazzino fortificato costruito per stipare principalmente  vino e granaglie e fornire una valida difesa in caso di attacco o razzie.

Non si conosce esattamente l’anno nel quale il Ricetto di Candelo sia stato edificato. Il primo testo scritto che parla di una struttura ricollegabile risale al 988 d.C., ma sicuramente in epoche successive il borgo ha subito variazioni strutturali che lo hanno portato ad essere come lo possiamo ammirare oggi.

Venne costruito su un terreno di proprietà dei signori locali, i Vialardi di Villanova, per essere poi riscattato dalla comunità locale, e nel 1374 donato ai Savoia, diventando a tutti gli effetti uno dei simboli della fase storica che vede il sorgere in Piemonte di numerosi ricetti tra il XII e il XIV secolo.

Il Ricetto visto dall'esterno Il Ricetto visto dall'esterno

Il Ricetto visto dall’esterno

Dentro e fuori le mura

Decido di visitare il ricetto partendo dall’itinerario esterno, al di fuori le mura, in modo tale da osservare la costruzione da ogni sua angolatura, per poi addentrarmi in un secondo momento nella parte interna.

Una volta completato il perimetro accedo al ricetto dall’ingresso principale. E’ sovrastato dalla Torre Porta, la quale difendeva l’unica via di accesso, facilmente richiudibile in caso di pericolo, grazie ad un ingegnoso sistema di ponti levatoi.

La pianta pentagonale del borgo ha un perimetro di circa 500 metri, con una larghezza massima di circa 110 metri per 120 di lunghezza.

Mi trovo di fronte subito ad un insieme di edifici in pietra a due piani, la maggior parte dei quali sembrano vuoti o non utilizzati dall’esterno. Alcuni sono stati trasformati in piccoli negozi di souvenir, laboratori artigianali o ristorantini dove poter gustare piatti tipici locali come il salame d’la doja, i dolci croccanti del Ciavarin o la paletta candalese, un salume di suino sgrassato, salato e massaggiato manualmente.

Parlando con uno dei proprietari scopro che parecchi sono locali privati dove ci si ritrova per celebrare piccoli eventi, cene o per suonare.
In alcuni, sapientemente restaurati, si possono trovare ancora le antiche botti per immagazzinare il vino o le macine per produrre la farina.
I sottotetti e le soffitte sembrano tutti inutilizzati e disabitati, se non si considerano come abitanti veri e propri i piccioni che svolazzano tra una trave e l’altra. Molti dei bellissimi archi di pietra dei portoni sono ancora perfettamente conservati, altri sono stati sostituiti per gli ovvi problemi di cedimento dovuti al trascorrere del tempo. 

Tra le rue del Ricetto Tra le rue del Ricetto Tra le rue del Ricetto

Tra le rue del Ricetto

L’edificio che maggiormente mi colpisce per dimensioni è la Casa o Palazzo del Principe, costruita da Sebastiano Ferrero, feudatario di Candelo dal 1496, mentre di tutto il sistema difensivo la Torre Ovest, denominata convenzionalmente la “torre della gogna”, è quella più slanciata. Dalla Torre Sud invece si può godere del fantastico panorama  delle campagne circostanti e dei tetti del ricetto.

Al fine di tutelare il patrimonio storico e architettonico del ricetto, l’Amministrazione Comunale ha creato un Sistema Museale Integrato, che include il Museo della Vitivinicoltura, l’Archivio Storico del Comune, il Centro di Documentazione dei Ricetti piemontesi, la biblioteca e la Sala delle Cerimonie.

Le cinque strade acciottolate principali, dette rue, si intersecano tra loro perpendicolarmente come un piccolo labirinto, e passo dopo passo non posso  fare a meno di immergermi nell’atmosfera medievale che riecheggia silenziosa tra queste pietre.

Torre Ovest Palazzo del Principe Torre Sud

Il Palazzo del Principe e le Torri Sud e Ovest

La magia del ricetto

E’ soprattutto col calare del sole che ogni angolo e scorcio di questo luogo assume una connotazione magica e quasi fiabesca. E’ il momento migliore per sedersi in silenzio ad ascoltare il richiamo delle civette nascoste tra le travi dei tetti, o per osservare le ombre che si allungano ed i giochi di luce generati dalla lampade accese.
Ed è inoltre il momento per poter scambiare due parole in tranquillità con coloro che qui lavorano e vivono ogni giorno.
Mastri artigiani hanno infatti qui la loro piccolo bottega o suggestivi e variopinti laboratori, dove quotidianamente diffondono il loro antico sapere per il diletto dei visitatori curiosi.

Ma non sono solo questi gli incontri che si possono fare tra queste mura. Con un po’ di fortuna infatti, soprattutto nelle serate autunnali (quando i visitatori sono pochi e un filo di nebbia avvolge tutto) ci si può imbattere anche in volpi e falchi che cacciano colombi o roditori.

Una cornice ideale

Membro a pieno titolo dei borghi più belli d’Italia, il Ricetto di Candelo è lo scenario perfetto per grandi eventi, una meta ambita per celebrare matrimoni o particolari festività. E ciliegina finale sulla torta, un vero e proprio set cinematografico autentico per sceneggiati o film d’epoca in costume.

Negli ultimi due anni ha subito, come ogni luogo o località turistica, il contraccolpo negativo del Covid-19, ma presto ci si augura potrà nuovamente ospitare eventi come Candelo in fiore, Vinincontro e Artigiani d’Italia, e divenire nuovamente la cornice ideale per una ricca offerta culturale di visite guidate, itinerari tematici e laboratori didattici per adulti e bambini.

Puoi scoprire il ricco programma delle iniziative grazie al Calendario eventi del quale allego il sito:
www.ricettodicandelo.it/news

Fatti una passeggiata anche tu tra le strade del Ricetto di Candelo, lascia un commento al mio articolo e raccontami le sensazioni e le emozioni che ti ha suscitato. 

Tramonto al Ricetto Tramonto al Ricetto

Tramonto al Ricetto

Galleria fotografica

Ricetto di Candelo
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Ricetto di Candelo
Ricetto di Candelo
Ricetto di Candelo
Ricetto di Candelo
Tags: ARCHAEOLOGY, CULTURE, URBAN
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E' lungo gli ultimi chilometri che ti separano da E' lungo gli ultimi chilometri che ti separano da Santiago che iniziano a cambiare le percezioni, e una sorta di malinconia rimpiazza in qualche modo tutta la stanchezza accumulata. 
Ogni salita superata, ogni tappa percorsa è stata una piccola vittoria quotidiana, e ti rendi conto che se ti fossi arreso non saresti mai riuscito ad arrivare. 

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The real problem of the Camino de Santiago is not walking, but doing it with the backpack, the famous mochila. 
You would like to throw it down from the slopes of the mountains to be able to retrieve it at the arrival of the daily stage, but you cannot do without it. 
It is like the shell of a snail or a turtle. It's home, you have everything you need inside. It's your world.

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Lungo il Camino del Norte c'è il mare, anzi, l'o Lungo il Camino del Norte c'è il mare, anzi, l'oceano della costa Cantabrica!

Lo vedi, lo sfiori a tratti, lo puoi toccare. 
Mentre cammini ti perdi con lo sguardo immaginandoti di immergerti tra le sue onde, soprattutto quando il sole ti picchia caldo e le gambe si fanno pesanti per i chilometri già percorsi. 
Spesso non puoi fermarti, perché la tappa giornaliera è ancora lunga e manca ancora molto, ma ogni tanto infrangi le regole e allunghi verso quella piccola baia sabbiosa racchiusa tra imponenti scogliere.
Decidi che quei chilometri in più, quei passi da aggiungere ai migliaia già fatti, il tempo che dedicherai e che ti ritarderà sulla tabella di marcia sono il prezzo che scegli di pagare per godere da vicino di quello spettacolo.

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Along the Camino del Norte there is the sea. Actually, the ocean of the Cantabrian coast! 

You see it, you can touch it.
As you walk you get lost in the gaze imagining yourself diving into its waves, especially when the sun beats you hot and your legs get heavy for the kilometers already traveled. 
Often you can't stop, because the daily stage is still long and still a long way away, but every now and then you break the rules and stretch towards that small sandy bay enclosed by imposing cliffs. You decide that those extra kilometers, those steps to add to the thousands already made, the time you will dedicate and that will delay you on your schedule are the price you choose to pay to enjoy that show up close. 

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Il Monte Rosa è solo uno degli spettacolari scena Il Monte Rosa è solo uno degli spettacolari scenari della Valsesia, l'area alpina situata nella parte settentrionale della provincia di Vercelli.
E' considerata la valle più verde d'Italia.

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The Mount Rosa is just one of the spectacular scenarios of Valsesia, the alpine area located in the northern part of the province of Vercelli. 
It is considered the greenest valley in Italy.

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Scorci di Valsesia... 💚❄ Uno dei pittoreschi Scorci di Valsesia... 💚❄

Uno dei pittoreschi ponticelli di Rassa, nella Valle dei Tremendi, ritagli di Alagna Valsesia e un muro di stalattiti di ghiaccio. 

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Clipping of Valsesia ... 💚❄ 

One of the small and picturesque bridges in Rassa, a small town in the Valle dei Tremendi, clippings of Alagna Valsesia and a wall of ice stalactites.

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Case Walser di Pedemonte, vicino ad Alagna, In Val Case Walser di Pedemonte, vicino ad Alagna, In Valsesia.

Sono uno degli esempi di architettura montana più belli di tutto l'arco alpino, ed il simbolo delle tradizioni della cultura Walser. 

🇬🇧🇬🇧🇬🇧
Walser Houses of Pedemonte, near Alagna, in Valsesia. 

They are one of the most beautiful examples of mountain architecture in the entire Alpine arc, and the symbol of the Walser culture traditions. 

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