VIETNAM
PHOTO DIARY
Finalmente realizzo un sogno, trovandomi a navigare niente meno che sul Delta del Mekong. Quante volte l’ho visto o sentito nominare in film di azione e di guerra, quante volte ho sognato di trovarmi su una barca a solcare le sue acque.
Fiume tra i più lunghi di tutta l’Asia e sicuramente del mondo, il Mekong è il più importante e famoso dell’ex Indocina, la colonia francese che riuniva il Tonchino, l’Annam e la Cocincina (che insieme costituivano l’area dell’attuale Vietnam), il Laos e la Cambogia. Il suo nome originale in lingua locale è Cuu Long Ciang, ovvero “fiume dei Nove Dragoni”. Così viene chiamato dai vietnamiti questo corso d’acqua poderoso, che con i suoi 4.000 Km di lunghezza attraversa ben sei Paesi. Deriva dal numero degli estuari del suo delta, ma negli altri Paesi viene nominato in altri modi. In Cina è Láncang Jiang, “il fiume turbolento”, in Cambogia è Tonle Thom, “grande acqua”, in Thailandia è Mae Nem Khong, “il fiume madre”.
L’associazione al simbolo del drago nel nome vietnamita non è casuale. Il drago in tutto il mondo asiatico la fa un po’ da padrone nell’arte, nella simbologia religiosa e in quella filosofica.
Ed anche qui in Vietnam questa creatura mitologica viene venerata da sempre, e simboleggia forza, vitalità e grandezza.
E cosa ci può essere di più forte, vitale e grande di un fiume come il Mekong? La fonte di vita per tutte le città e i villaggi che sono sorti e prosperano lungo le sue rive da centinaia di anni, il sostegno indispensabile per tutte le attività economiche locali, come l’agricoltura, i trasporti e i commerci.
L’acqua è ovviamente l’elemento intorno al quale si è sviluppata nel corso dei secoli l’identità culturale della regione. Identità che presenta tratti peculiari rispetto al resto del Paese, un melting pot di fedi e sistemi di vita assolutamente unico.
Il delta del Mekong è una delle aree più densamente abitate del Vietnam, e la ragione è molto semplice: grazie alle particolari condizioni naturali, il terreno è straordinariamente fertile e perfetto per l’agricoltura. Il contributo del delta all’economia nazionale è molto importante, non solo per il riso, ma anche per la canna da zucchero e la frutta, oltre ovviamente ai prodotti ittici.
Allungo lo sguardo verso la linea dell’orizzonte e mi perdo mentre il vento caldo mi scompiglia i capelli. L’acqua marrone e sporca scorre lenta, e lungo le sue rive si alternano giungle di palme verdissime, villaggi che vivono di pesca e di agricoltura galleggiante, pagode, incredibili e variopinti mercati fluttuanti creati dai sampan, le tradizionali imbarcazioni in legno che fungono da mezzi di trasporto e comunicazione.
Questa zona straordinaria del Paese racchiude l’immenso fascino della terra vietnamita, una terra unica al mondo. Unica per il suo passato e le sue tradizioni, ma anche per la sua storia più recente e tristemente famosa legata al conflitto con gli americani, del quale porta ancora le cicatrici e l’indelebile memoria.
Ed unica per l’immagine di centinaia di motorini e biciclette caricati all’inverosimile che sfrecciano da ogni lato, incuranti di qualsiasi regola di circolazione, che ti rimane stampata nella testa dal primo momento che metti piede ad Ho Chi Minh City, l’antica Saigon, la pulsante capitale dedicata allo Zio Ho. Posso ammettere in tutta onestà di non aver mai visto nulla del genere in qualunque altro posto nel mondo in tutta la mia vita.
Un brulicare incredibile di mezzi a due ruote sovraccarichi di polli, cani, volatili e persino maiali, scatoloni e fusti di qualsiasi tipo di mercanzia, nuclei famigliari al gran completo incastrati come tasselli di un gioco di abilità.
Sono arrivato a contare anche cinque persone tutte insieme sullo stesso mezzo, sedute e perfettamente in equilibrio su quelle selle sgualcite ed assolutamente instabili. I vietnamiti sono guidatori impavidi ed incredibilmente dotati. Talmente bravi da poter fare concorrenza a piloti professionisti, ed in grado di fiondarsi come pazzi lungo strade sovraffollate dove i semafori sono un semplice accessorio e attraversare sulle strisce pedonali una vera e propria scommessa con la sorte.
Ed alle loro spalle, avvinghiati come koala, piccole mogli dal volto coperto dalla mascherina per via dell’inquinamento e bambini di ogni età, sorridenti e tenerissimi, la cui dolcezza scioglie il cuore.
Benvenuti tra le pagine del mio diario di viaggio!
Potranno sembrarvi un po’ vintage in alcuni casi, e sicuramente troverete cose di cui parlo che sono cambiate nel tempo.
Ma ci sono luoghi, viaggi ed esperienze che mi piace ricordare così.
Buona lettura!
Lasciate un commento, ditemi se siete già stati in questo bellissimo Paese e cosa ne pensate.
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