Prima tappa di questo mio piccolo itinerario alla scoperta dei castelli medievali sparsi qua e là sul territorio della provincia di Novara.
L’Italia e l’Europa sono disseminate ovunque di questo tipo di costruzioni, e c’è stata un epoca nella quale anche il Novarese ha visto il fiorire di strutture difensive un po’ di tutti i tipi, alcune delle quali sono oggi divenute eleganti residenze private.
Percorrendo in lungo e in largo la provincia di Novara se ne incontrano molte. Alcune sono facilmente visibili, altre bisogna andarle un po’ a scovare all’interno di vecchi centri storici o aree urbane.
Andando di castello in castello, inizio quindi il mio itinerario di quattro tappe dalle rinomate Colline novaresi, il territorio collinare della provincia situato a nord di Novara e delimitata dai fiumi Sesia e Ticino. E’ un’area rinomata per la produzione vinicola, tanto da fa sì che molti dei comuni compresi nella zona possano vantarsi dell’appellativo di “Città del vino”.
Qui si trovano i castelli di Barengo, Briona e Proh, che per caratteristiche ed origine appartengono allo stesso periodo storico e compongono un suggestivo tridente di roccaforti sforzesche.
L’itinerario può essere completato dal piccolo fortilizio di Fara Novarese (detto Castellone), oggi dimora privata e dalle connotazioni di palazzotto di campagna circondato da vigneti.
Il castello di Barengo
Percorrendo la strada provinciale che da Momo collega a Fara Novarese ad un certo punto puoi fare a a meno di notare il castello di Barengo. E’ uno splendido edificio quattrocentesco che domina su un piccolo centro abitato dal sapore antico, il quale si distende ai piedi di una collina dai pendii boschivi lungo risaie, prati e filari di pioppi.
Il comune di Barengo è poco più di un gruppo di case ed è abitato da circa 900 abitanti, ma l’immagine che questa fortificazione suscita ha il potere di rimanere impressa anche negli occhi e nella mente dell’osservatore più disinteressato.
E questo grazie alla sua bellezza ed al suo potere di suggestione.
Il borgo ha origine medioevale anche se non esistono testimonianze certe sulla sua fondazione (la prima documentazione parla di un castrum probabilmente di origine longobarda), ed il suo castello ha subito nel corso dei secoli varie vicissitudini.
Le ampie ricostruzioni e ristrutturazioni però lo hanno reso a tutti gli effetti parecchio scenografico.
Il castello di Barengo tra le case del borgo
Possiede un’architettura elegante e lineare e una posizione elevata di assoluto valore paesaggistico, ed è composto da un ampio quadrilatero irregolare dotato di torrioni d’angolo e di arioso cortile centrale.
Sfortunatamente non è però visitabile, essendo residenza privata.
Pertanto è possibile solo camminarci intorno e godere della sua bellezza dall’esterno o da alcuni punti significativi, come dalla chieda di Santa Maria Assunta, situata appena fuori le mura a ridosso della collina.
Oltre al castello e alla chiesa si possono visitare anche gli Oratori di Santa Maria di Campagna e di San Rocco, con alcuni pregevoli affreschi del XV secolo, e il duecentesco oratorio di San Clemente. Un luogo antico, che riporta idealmente indietro al periodo dei pellegrinaggi medievali della via Francigena, il percorso spirituale che collegava il Nord dell’Europa a Roma, e che appunto passava da queste parti.
Il castello e i suoi dintorni
Il castello di Briona
A breve distanza da Barengo, passando da Fara Novarese e collegandosi con la statale che porta alla Valsesia, ci si imbatte nel castello di Briona, che domina la pianura circostante ed il piccolo centro abitato dalla sua posizione privilegiata situata lungo il pendio collinare.
La sua collocazione strategica gli ha permesso nei secoli di dominare letteralmente la pianura sottostante, e di controllare gli accessi militari e commerciali provenienti da nord-ovest e diretti a Novara. Anche in questo caso non ci sono certezze storiche sulla sua fondazione, ma è probabile che il luogo fosse già utilizzato in epoca longobarda.
Il castello di Briona e il Monte Rosa
La struttura vera e propria risale al Quattrocento, ma esistono notizie dell’esistenza di un castello a Briona già dal 1140, quando Francesco Sforza, Duca di Milano, concede questo territorio in feudo al nobile novarese Giovanni Zanardo Tornielli.
Ci sono varie storie legate ai suoi proprietari, uno dei quali, Giovanni Battista Caccia (detto il Caccetta) sembra possa essere inquadrato come colui dal quale il Manzoni prese spunto per il suo personaggio di Don Rodrigo dei “Promessi Sposi”.
Nel 1864 la rocca passa sotto la proprietà di un generale dell’esercito sabaudo, il barone Paolo Solaroli (poi marchese di Briona). All’interno delle stanze è tuttora presente la collezione di armi e oggetti raccolti dal Solaroli (al quale è dedicata anche la via principale che conduce al castello) durante gli anni giovanili trascorsi in Oriente.
Il castello visto dalla campagna
Osservandolo sia dalla campagna circostante (la visuale migliore è quella dalla zona dei binari della ferrovia, con le Alpi sullo sfondo) che dal piazzale di fronte al cancello d’entrata, il forte appare come un quadrilatero in buono stato di conservazione. Da esso spicca verso il cielo un’antica torre con una piccionaia che sembra un fungo.
Intorno alla struttura principale vi sono la parte rustica, denominata “Tinaia” (nella quale sono raccolti attrezzi agricoli e per la vinificazione), ed un ampio parco.
Trattandosi anch’esso di una residenza privata è visitabile purtroppo solo occasionalmente e su prenotazione.
Il castello dalle vie del borgo di Briona
Il castello di Proh
Poco lontano da Briona si trova la frazione Proh, nel territorio dove geograficamente si incontrano le tre tipologie di paesaggi tipici del Novarese: la pianura irrigua delle risaie del sud, i campi di mais dell’ovest e le distese di boschi e vigneti delle colline e degli altipiani.
Qui sorge il castello di Proh, il terzo di questo lembo di terra, che si differenzia dagli altri due sia per la posizione che per la sua originale funzione.
Castello di Proh
Edificato per volere di Francesco Sforza, Duca di Milano, verso la metà del XV secolo non per precisi scopi militari, è più piccolo dei suoi vicini e si trova in pianura, completamente isolato e privo di difese naturali o artificiali. Sebbene grazie alla sua discreta altezza ed ai torrioni circolari costituisse il primo baluardo difensivo sulla via che da Novara conduceva alla Valsesia, pare infatti che sia stato eretto principalmente come luogo di delizie e piaceri.
La posizione più favorevole dei precedenti due castelli lo rende però sicuramente più accessibile ed attraente in ogni suo dettaglio. Appare agli occhi come una sorta di bomboniera cubica di pietra, più simile ad una residenza fortificata di campagna che ad un vero e proprio maniero.
Diverse angolature del castello
Si presenta oggigiorno come il frutto di una serie di sistemazioni e recenti restauri, anche se in alcune parti esterne adiacenti è piuttosto diroccato. La pianta è asimmetrica e di forma rettangolare, con due grandi torri tonde collocate rispettivamente agli angoli nord-orientale e sud-occidentale.
Appartiene da tempo alla famiglia Marelli, che lo ha concesso in comodato per 25 anni alla Fondazione UniversiCà, la quale lo ha inserito in un progetto di rivitalizzazione che include anche il Museo UniversiCà di Druogno, in Valle Vigezzo, e il Museo Meina, sul Lago Maggiore.
Grazie al progetto di valorizzazione e riqualificazione delle Colline Novaresi chiamato Cultural Park sono previsti il restauro del castello e delle strutture annesse, e la realizzazione di un museo multimediale-emozionale dotato di spazi culturali dedicati al mondo agricolo e turistico, e di un punto-vetrina di prodotti locali.
Il castello al tramonto e durante la notte
Come raggiungere i tre castelli
La distanza in auto tra Briona e la città di Novara è di 20 chilometri ed è percorribile in circa 25 minuti. Tutti e tre i castelli si trovano a pochi minuti di distanza uno dall’altro e i comuni formano una sorta di triangolo insieme a Fara Novarese.
Le uscite autostradali più vicine sono quella di Biandrate-Vicolungo sulla A4 Torino-Milano e quella di Romagnano Sesia-Ghemme sulla A26 Genova-Sempione (Autostrada dei Trafori). Può essere l’ideale per gli appassionati di gite on the road con la motocicletta o per chi giunge in bicicletta dai comuni vicini.
Per il castello di Barengo ti consiglio una prima panoramica da distante, per poi parcheggiare nel centro del borgo. Da qui puoi percorrere a piedi l’area esterna ed il relativo percorso che ne costeggia le mura.
Il castello di Briona ha l’accesso direttamente sulla piccola piazza del centro cittadino, vicino al municipio.
Il castello di Proh si trova lungo la Strada Provinciale 17 e la presenza di un piccolo parcheggio sterrato permette di poter lasciare il proprio mezzo di trasporto direttamente di fronte.
La durata dell’itinerario è piuttosto variabile e soggettiva, perché può allungarsi se si ha l’opportunità di aggiungere la visita all’interno delle stanze del castello di Briona o ci si sofferma a esplorare gli edifici esterni adiacenti al castello di Proh. Consiglio di visitare questi luoghi durante i periodi primaverile ed autunnale, ma anche d’estate va bene (si rischia solo di soffrire un po’ il caldo).
Lo integrerei volentieri con degustazioni enogastronomiche di prodotti tipici locali, e magari con una bella passeggiata rilassante nelle campagne o sulle colline circostanti (anche solo per smaltire quello che si è mangiato).
Per informazioni su prenotazioni, eventuali visite ed eventi correlati allego qui sotto il link al sito del comune di Briona.
Il Castello di Proh
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