- La storia dell’Oasi Zegna: Il passato più o meno recente
– La visione di Ermenegildo Zegna
– Un passo indietro al Medioevo - La tappa da non perdere: la Conca dei Rododendri
- Un foliage tutto piemontese
- Le piante ci parlano : Il Bosco del Sorriso
– Il Forest Bathing all’Oasi Zegna
– La magia degli alberi - Galleria fotografica
A Trivero, nel cuore del Piemonte, l’Oasi Zegna si affaccia sulla Pianura Padana come un quadro incastonato in una cornice di maestose montagne. In questo paradiso, situato a metà strada tra Milano e Torino e a pochi chilometri da Biella, l’incontro con la natura è veramente alla portata di tutti.
Per gli amanti del trekking o delle escursioni in mountain bike vi è un’ampia scelta di sentieri e percorsi tra prati e giardini fioriti. Inoltre, il luogo si arricchisce di connotazioni storico religiose per via degli antichi significati racchiusi tra le sue terre, denominate non a caso le Valli della Fede. Per coloro che invece desiderano semplicemente staccare la spina vi è la possibilità di concedersi una pausa rigenerante in semplice contemplazione del paesaggio. Questo grazie alla numerose aree di sosta che si alternano lungo la strada panoramica che prende il suo nome. Una vera e propria balconata che si affaccia sull’orizzonte.
L’Oasi Zegna è stata creata con un unico grande obiettivo: quello di offrire un’esperienza naturale ed emozionale adatta a tutte le tipologie di visitatori. Adulti e bambini, anime solitarie in cerca di ispirazione o coppie innamorate, motociclisti ed amanti dei viaggi on the road, escursionisti o semplici curiosi. Tutti sono i benvenuti.
Fioriture di rododendri primaverili, rigeneranti boschi per ripararsi dalla calura estiva, foliage dalle mille sfumature autunnali e scintillanti rami imbiancati dalle nevi invernali sono solo alcune delle sue manifestazioni più belle. Ogni stagione è perfetta per una tappa di uno o due giorni nell’Oasi Zegna. Questo anche grazie alle strutture ricettive presenti nell’area, dove potrai gustarti prodotti tipici della cucina locale.
La storia dell’Oasi Zegna: Il passato più o meno recente
La visione di Ermenegildo Zegna
L’Oasi Zegna può essere considerata una vero e proprio simbolo italiano del mecenatismo ambientale.
Grazie infatti alla lungimiranza e all’amore per la natura dell’imprenditore Ermenegildo Zegna, l’Oasi nasce nel 1993 come progetto di valorizzazione naturalistica e culturale di un’ampia area montana delle Alpi Biellesi.
Un progetto grandioso ed unico che si estende per circa 100 chilometri quadrati, realizzato da un imprenditore tessile illuminato. Dopo aver fondato la sua impresa a Trivero decide infatti di fare qualcosa per risollevare socialmente e dal punto di vista ambientale il suo territorio natale.
A seguito della costruzione della Panoramica Zegna e della località sciistica di Bielmonte, ed alla riforestazione delle montagne con circa 500.000 conifere e centinaia di rododendri e ortensie, l’intera area è diventata un’opera d’arte che offre spettacoli indimenticabili in ogni periodo dell’anno.
Un passo indietro al Medioevo
Vuoi godere di una vista strepitosa? C’è da camminare un po’, ma potrai unire la bellezza della natura con un po’ di storia medievale di queste valli grazie al sentiero di Fra Dolcino. E’ un’affascinante e controversa figura storica citata da Dante nella Divina Commedia, e riportata in auge da Umberto Eco nel capolavoro letterario Il nome della rosa. Predicatore accusato di eresia, si rifugia nel 1300 sul Monte Rubello, proprio sopra Trivero. Da lì conduce la sua rivolta combattendo con i suoi seguaci, i frati dolciniani, la sua ultima battaglia contro i crociati del Vescovo di Vercelli prima di finire sul rogo.
Il sentiero che si snoda tra boschi di faggi e betulle conduce al Santuario del San Bernardo, edificato in ricordo di questi eventi a poco più di 1400 metri di altezza. Spaziando con lo sguardo a 360 gradi lungo Alpi, Appennino Ligure e Pianura Padana, sembra davvero di trovarsi sul tetto del mondo.
Camminando tra i sentieri dell’Oasi Zegna
La tappa da non perdere: la Conca dei Rododendri
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Una rondine non fa primavera!
– PROVERBIO POPOLARE
Forse una rondine da sola no, ma centinaia di rododendri in fiore sicuramente sì!
Ed è proprio grazie ad una splendida e soleggiata giornata primaverile che ho la fortuna di ammirare le meraviglie dei colori della Conca dei Rododendri.
Tra maggio e inizio giugno, di tutti gli itinerari e i percorsi dell’Oasi Zegna, il primo posto indiscusso spetta infatti a lei, un luogo veramente speciale in grado di rigenerare corpo e spirito.
E’ un’ampia area che sembra quasi accoccolata sulle pendici della montagna, il cui ingresso si trova proprio all’inizio della Panoramica Zegna. Qui trovano la loro dimora perfetta una variopinta distesa di piante e cespugli arbustivi appartenenti alla famiglia delle Ericacee.
In questo giardino che sembra uscito da un libro di fiabe i visitatori vengono accolti da uno spettacolo di colori e profumi. Ovunque le tonalità dominanti sono il rosa e il rosso dei rododendri, il giallo delle ginestre ed il bianco dei narcisi.
Mentre passeggio lungo il percorso che si inerpica tra le piante prendo alla lettera la parola d’ordine della giornata, e cioè rilassarsi.
Seguo il volo delle instancabili api, che impollinano senza sosta questi curiosi fiori dall’aspetto imbutiforme riuniti in piccoli grappoli. Mi perdo nelle sfaccettature dei giochi cromatici, i quali possono davvero diventare un ottimo rimedio contro lo stress.
La Conca dei Rododendri durante la fioritura primaverile
Un foliage tutto piemontese
I colori delle foglie che mutano sono i grandi protagonisti dell’autunno. E da qualche tempo anche dei social network, che in questo periodo dell’anno diventano un vero e proprio festival di foto di paesaggi. E’ il momento in cui la natura muta le chiome dei suoi alberi dal verde alle tonalità dei colori più caldi, rosso, giallo e marrone.
Questo fenomeno che arruola ogni anno migliaia di estimatori di tutto il mondo (i quali si spostano armati di macchina fotografica alla ricerca della foglia perfetta) si chiama foliage. Dalle foreste del New England e del Canada a Central Park di New York, il foliage si presenta in tutto il suo splendore ovunque vi siano alberi ai alto fusto e vegetazione. E qui all’Oasi Zegna è possibile assistere e godere in pieno di uno dei più belli d’Italia.
Pertanto tieniti libera una domenica di ottobre. E se riesci durante la settimana ancora meglio, perché fidati, ne varrà sicuramente la pena.
Le piante ci parlano: Il Bosco del Sorriso
Il Forest Bathing all’Oasi Zegna
Ti sei mai soffermato a pensare a quanto faccia bene camminare in un bosco?
Avere la possibilità di contemplare la natura nella sua semplicità può spesso aiutare a comprendere meglio noi stessi e le cose. Ti regala una sorta di benessere immediato, libera le nostre energie e ci mette in contatto con quelle della natura circostante. Ti predispone ad essere positivo, e ad affrontare la vita con un sorriso.
Se l’Oasi Zegna è a tutti gli effetti una meta ideale per chi vuole svuotare la mente, sono convinto che percorrere a piedi il Bosco del Sorriso valga da solo il viaggio.
Si tratta di un sentiero ad anello a due opzioni, una di 4 e l’altra di 8 chilometri, ideato per scoprire la forza bioenergetica delle diverse piante dell’organismo umano. Si realizza quella che viene definita la pratica salutistica del Forest Bathing, la quale si ispira ad un’antica disciplina giapponese che mira a beneficiare proprio della vegetazione a scopo terapeutico.
Indicazione per il Bosco del Sorriso
La magia degli alberi
Il Bosco del Sorriso sembra un luogo magico nel quale ti senti pervaso da una sensazione di pace e serenità.
Lungo il percorso ci si imbatte in piccole piramidi di sassi alle quali sono appesi dei cartelli che indicano i benefici psicofisici delle piante sull’organismo umano, ed in leggii in legno sui quali sono incise favole e leggende che hanno come protagonisti gli alberi stessi.
Un leggio del Bosco del Sorriso
Ed è così che in questo viaggio naturale ideato da Marco Nieri, ricercatore ed esperto in ecodesign e salute dell’habitat, gli alberi diventano gli assoluti protagonisti incantati.
Il faggio, con la sua grande capacità di utilizzare l’energia solare, e con i segni particolari sui tronchi simili ad occhi che gli valgono il soprannome di “bosco che ti guarda”.
Il larice, dal tronco slanciato in grado di contrastare le tempeste più dure. Messaggero di rinnovamento e resistenza di fronte alla situazioni più difficili ci insegna a trovare la felicità nelle cose semplici della vita.
L’abete bianco, detto il “principe dei boschi”, dalla corteccia liscia grigio argentea. La betulla, simbolo di saggezza, perseveranza, umiltà, dato che si stabilisce per prima in un territorio preparando il terreno per le altre piante.
Leggi le favole incise sui grandi leggii. Resta in silenzio almeno 10 minuti intorno ad ogni tipologia di albero nella sua zona bio energetica.
Abbracciali pure se vuoi, io l’ho fatto!
Una laboriosa ape mentre impollina un rododendro
Galleria fotografica
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