- Salvador e la bajanidade
- Dalla gogna all’UNESCO
– Il passato coloniale - Visitare il Pelourinho
- Una passeggiata nel cuore di Salvador
– Lasciati trasportare da ciò che ti circonda
– Vestiti leggero, in tutti i sensi
– Ultimi accorgimenti - La samba, il candomblee e la capoeira
- La cucina baiana
– Riempiti di bajanidade
Il Brasile è un Paese unico ed affascinante grazie ai suoi simboli più caratteristici, ma è la cultura baiana senza dubbio la sua espressione sociale più ricca e diversificata.
La cultura baiana è tipica di Bahia, uno Stato del Brasile che si affaccia sulla costa nordorientale e la cui capitale è Salvador.
Da quelle parti le tradizioni e le eredità culturali (oltre a racchiudere un insieme di elementi architettonici, religiosi e sociali particolari), si esprimono in maniera esclusiva in tutti gli ambiti dell’arte, della musica e della cucina.
Tutte queste manifestazioni non sono altro che il risultato di un variopinto miscuglio di ingredienti appartenenti alle tre diverse anime di questa terra: quella nativa indigena, quella dei colonizzatori portoghesi e quella importata insieme agli schiavi africani.
Salvador e la bajanidade
“
O Baiano não nasce, estreia
(Il Bahiano non nasce, debutta)
– ANTICO PROVERBIO POPOLARE
La bajanidade è una tipica espressione usata per definire le caratteristiche proprie degli abitanti dello Stato di Bahia, la cui gioia di vivere e la voglia di sognare sono estremamente contagiose.
E il Pelourinho, il centro storico di Salvador, o meglio dire il suo cuore pulsante, è una tappa obbligatoria se davvero ci si vuole immergere nella cultura baiana e nelle sue affascinanti sfaccettature.
E a proposito di cuore, sebbene il mio rimanga legato a Rio de Janeiro, ho avuto la fortuna di trovarmi a Salvador molte volte nella vita, e tra tutte le città brasiliane è una di quelle che più mi ha affascinato per la ricchezza di stimoli e sensazioni che suscita.
Sarà per via dei colori accesi dei suoi edifici coloniali, eredità di un passato storico di grande importanza per tutto il continente sudamericano, per i variopinti abiti dei suoi eccentrici abitanti o per le tinte quasi invadenti del suo artigianato locale. Forse per essere la patria della capoeira, l’arte marziale danzata inventata dagli schiavi in rivolta, o per la sua gustosa cucina composta da pietanze dall’aroma straordinaria.
Da molti brasiliani è ritenuta povera, pericolosa e fatiscente, ma io la trovo estremamente vitale, adrenalinica e piena di energia. Meritevole di essere vissuta ed esplorata soprattutto nella sua parte più vera ed autentica, il Pelourinho appunto.
Tra le strade del Pelourinho
Dalla gogna all’UNESCO
La parola pelourinho in portoghese indica letteralmente il palo della gogna dove i criminali venivano fustigati, ed in Brasile veniva usato per punire, frustare e discriminare gli schiavi durante il periodo coloniale.
Tale nome era stato inizialmente utilizzato a Salvador per indicare la piccola piazza triangolare dove si svolgevano le flagellazioni pubbliche, ma in seguito è divenuto il nome di tutto il quartiere alto della città, corrispondente al nucleo storico dell’insediamento.
Pare che il palo di pietra vero e proprio sia stato demolito nell’anno 1835.
Il passato coloniale
Il fatto che Salvador sia stata la prima capitale del Brasile e una delle più importanti aree coloniali portoghesi in America Latina lo si vede proprio dalla ricchezza dell’architettura di questa parte della città, i cui antichi edifici dai colori sgargianti ricordano Lisbona e le città europee.
Il Pelourinho è stato costruito dai coloni portoghesi tra il XVIII e XIX secolo come centro amministrativo e residenziale posto in posizione dominante sull’area portuale sottostante, alla quale è ancora oggi collegato da alcune strade piuttosto ripide e dallo storico ascensore Elevador Lacerda.
Oggi è il quartiere storico restaurato della città, e dal 1985 fa parte a pieno diritto della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Elevador Lacerda dalla base sul lungomare e dalla terrazza sulla baia
Visitare il Pelourinho
Il Pelourinho offre ai suoi visitatori la più grande collezione di cattedrali del Brasile, tra cui spiccano la Chiesa di San Francesco e la Basilica Cattedrale. Dall’Elevador Lacerda si arriva alla terrazza della Praça Thomé de Souza, oggi sede del nuovo Comune, un tempo situato nel vicino palácio Rio Branco.
Da cui ti consiglio di perdere qualche minuto per ammirare tutta la baia di Salvador.
Poco distante si arriva alla Praça da Sé, dove si affaccia il complesso della Misericordia, un tempo chiamata Santa Casa e oggi museo.
Nelle vicinanze si trova il piazzale del Terreiro de Jesus, dove si affacciano la Cattedrale, l’Università con al suo interno il Museo Afro-Brasileiro, la chiesa di San Pietro e quella del Terzo ordine Domenicano.
Seguendo direzioni differenti si incontrano due delle chiese più significative dell’intero Brasile, la Chiesa e Convento di São Francisco (la sua facciata, insieme all’enorme croce che decora la piazza d’ingresso è una delle immagini più classiche del quartiere), e la Chiesa di Nossa Senhora do Rosario Dos Pretos, dalle pareti azzurro cielo.
Oltre che da tutti questi monumenti, le strade del quartiere sono caratterizzate da decorati e variopinti palazzi storici, abitazioni tipiche, ristoranti, chioschi e baretti, e numerosi musei: il Museu Abelardo Rodriguez, il Museu Tempostal, il Museo delle Arti Sacre e la Fondazione casa-museo di Jorge Amado.
Se sei un amante dello shopping turistico considera che ci sono inoltre numerose bancarelle e negozietti di souvenir (anche se a mio avviso il luogo migliore e più assortito dove fare questo tipo di acquisti è il Mercado Modelo, ubicato nella parte bassa di Salvador, di fronte all’ingresso dell’Elevador Lacerda).
Largo do Cruzeiro de São Francisco
Una passeggiata nel cuore di Salvador
Per godere al meglio di quello che Pelourinho è in grado di offrire è opportuno seguire una serie di accorgimenti e consigli che io stesso ho potuto apprendere con l’esperienza, o grazie a semplici ma utilissimi suggerimenti di amici e colleghi di lavoro brasiliani.
Lasciati trasportare da ciò che ti circonda
Tanto per cominciare il primo suggerimento è quello di lasciarti letteralmente andare.
L’atmosfera che si respira tra le sue strade è in grado di coinvolgere chiunque, grazie ai sorrisi delle persone, ai colori degli edifici, al profumo del cibo cucinato sulle bancarelle e alla musica che si espande ovunque nell’aria.
Per esperienza personale l’energia che si propaga ha un formidabile effetto terapeutico come antistress, e se ad essa si uniscono un paio di caipirinha fresche il gioco è fatto.
Visitare il Pelourinho non necessità di molto tempo, ma è esplorarlo davvero che richiede tempo e voglia. Per chi ha fretta un’ora è sufficiente, in quanto si tratta di un centro storico piuttosto piccolo, ma proprio per questo la cosa migliore è prendersi il giusto tempo per assaporarne ogni sfaccettatura.
E’ un vero e proprio tuffo nella cultura della città, e qui si possono scoprite i segreti e i veri usi e costumi degli abitanti locali.
Forse inizialmente ti darà una sensazione di disagio e insicurezza, ma posso garantirti che dopo pochi minuti non potrai fare altro che ricrederti.
Vestiti leggero, in tutti i sensi
A differenza che in altre zone del Brasile qui fa caldo praticamente tutto l’anno. Se pensi di camminare parecchio nelle ore più calde è meglio che ti porti un cappello e una bottiglietta d’acqua.
Per questo tipo di visite è sempre opportuno l’uso di scarpe comode da ginnastica e mai di infradito, ciabatte o sandali. Non portare nulla di non estremamente necessario se non vuoi trasformarti nella preda naturale di eventuali borseggiatori (purtroppo è così).
Ultimi accorgimenti
Il Pelourinho si visita interamente a piedi ma ci si può arrivare in vari modi.
Dal lungomare conviene prendere l’Elevador Lacerda, il ripido ascensore che lo collega alla zona del porto (anche qui attenzione ai furti), oppure la funicolare Plano Inclinado Gonçalves.
Da qualsiasi punto della città ci si può arrivare anche in taxi o con l’autobus.
Cerca sempre di evitare le strade poco frequentate o isolate dai luoghi più turistici, a meno che tu non abbia una discreta conoscenza del luogo o una buona padronanza della lingua portoghese. Soprattutto di notte è meglio non avventurarsi troppo alla scoperta di angoli o scorci suggestivi, sebbene ce ne siano molti.
Come per ogni viaggio in Brasile, è obbligatorio aver fatto il vaccino per la febbre gialla ed è consigliabile essersi dotati di una assicurazione di viaggio (non si sa mai).
I colori del Pelourinho
La samba, il candomblé e la capoeira
Una notte nel Pelourinho andrebbe vissuta almeno una volta nella vita, soprattutto quando i percussionisti di Olodum invadono le strade con il rimbombare dei loro tamburi. Perché proprio in questi momenti riemerge a tutti gli effetti l’eredità africana e l’orgoglio dei discendenti di quegli schiavi che hanno eretto la città pietra dopo pietra.
Lungo le sue strade affollate si balla la samba, lo stile musicale e di danza originario proprio del Brasile, il cui nome proviene probabilmente dalla parola semba, che nel dialetto angolano kimbundu significa “panciata”, a rappresentazione del modo in cui si ballava.
Nelle piazze si può assistere a dimostrazioni e sfide di capoeira, la danza/arte marziale creata dagli schiavi per ingannare i colonizzatori portoghesi nella lotta per la libertà.
Si può entrare in contatto con il candomblé, il rituale religioso afro-brasiliano tuttora praticato in molte festività religiose cristiane e derivante dalla cultura voruba, appartenente agli antichi abitanti di Angola e Nigeria.
La cucina baiana
In passato a Salvador i ristoranti scarseggiavano, così le donne locali si sono inventate il tabuleiro, un basso tavolo da marciapiede imbandito per i passanti. La donna baiana, rigorosamente in abito tradizionale di pizzo bianco, è diventata quindi, con il tabuleiro, una vera istituzione della città.
Ed insieme a loro il cibo baiano dal forte odore di dendê (olio di albero di palma denominata dendezeiro, originario della costa orientale dell’Africa ed introdotto in Brasile a partire del XVI secolo).
Questo olio viene usato per friggere l’aracajé, una polpetta preparata con fagioli marroni e ripiena di gamberetti essiccati e salsa di pomodoro, e servita con il vatapá, una crema di frutti di mare, salsa di pasta di manioca, noce di cocco e naturalmente … olio di dendê.
La denominazione cozinha baiana o cozinha do azeite si riferisce alla tradizione culinaria tipica della costa e del cosiddetto Recôncavo baiano, il lembo di terra a forma di mezzaluna che si estende attorno a Salvador.
E’ una cucina composta da piatti di origine africana caratterizzati da condimenti forti: olio di palma, latte di cocco, zenzero, peperoni di varie qualità, spezie e prodotti non usati nel resto del Brasile.
Dettaglio particolare, per tradizione e abitudine queste prelibatezze di origine africana vengono generalmente consumate il venerdì o durante specifiche date istituzionali o religiose. Nella vita di tutti i giorni il baianese si nutre di piatti di tradizione portoghese, raccolti in quella che viene definita cozinha sertaneja.
Riempiti di bajanidade
Se sei un amante della cucina etnica visitare il Pelourinho significa quindi anche farsi una scorpacciata di ricette locali. Un’occasione unica per abbuffarsi di bobó de camarão (gamberi in salsa di manioca), moqueca de peixe baiana (guazzetto di pesce di Bahia), cuscuz com coco (couscous al cocco), croquetes de camarão (crocchette di gamberetti) e farofa (farina di manioca).
E naturalmente di feijoada (fagioli neri e porco), banane fritte, riso dolce e bianco, tapioca e dolci come se non ci fosse un domani.
Girovagando nel Pelourinho
Ti è piaciuto il mio articolo?
Spero che possa averti ispirato a decidere un giorno di visitare questa città brasiliana unica e molto suggestiva.
Spero che possa averti invogliato ad assaporare e nel vero senso della parola tutte le variopinte sfaccettature della cultura e delle tradizioni baiane.
Se sei stato a Salvador fammi sapere quali sono state le emozioni che il Pelourinho ti ha suscitato maggiormente.
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