- Il Caminito
– Le origini del nome
– La storia del Caminito - La Boca
– Il giallo blu del Boca Juniors
- Tra le tinte del barrio
Hai mai desiderato di rivivere l’atmosfera coloniale di fine Ottocento di una delle città piu belle del Sud America?
Se la risposta è sì allora vola a Buenos Aires, e fai un salto nel variopinto e pittoresco Caminito, uno dei luoghi simbolo di questa grande ed emblematica capitale.
Il Caminito si trova nel famoso barrio (quartiere) de La Boca, e racconta grazie ai suoi edifici uno degli elementi cardine della storia argentina, l’immigrazione (in modo particolare, quella italiana).
E’ un luogo che sembra uscito da una pellicola!
Gli incredibili colori delle case in legno dai balconi irregolari popolate da personaggi iconici della storia argentina, gli artisti che espongono dipinti ed artefatti ai lati della strada, i ballerini di tango e i musicisti che si esibiscono tra i passanti, i ristoranti che servono piatti tradizionali della cucina italiana e locale, conferiscono al Caminito quell’aria un po’ vintage ed allo stesso tempo unica.
Passeggiare per La Boca ed il Caminito significa proprio respirare ancora quell’energia che ha ispirato le migliori creazioni artistiche, musicali e popolari argentine.
Il Caminito
Le origini del nome
Questa celebre via museo inizialmente si chiamava Puntín, parola derivata dal dialetto genovese che significa piccolo ponte. Prende il nome di Caminito a partire dagli anni cinquanta per iniziativa del pittore boquense Benito Quinquela Martín, che la ribattezza con il nome del celebre tango El Caminito.
Questo perché la melodia di quel brano, composta nel 1923 dall’amico Juan de Dios Filiberto e da Gabino Coria Peñaluza, era stata ispirata proprio da questo luogo.
Murales ritraenti i migranti sui vecchi edifici del Caminito
La storia del Caminito
Caminito in spagnolo significa sentiero, stradina, ed infatti questo splendido scorcio mlticolore di Buenos Aires è composto da piccole strade che costeggiano edifici variopinti in legno. Queste strutture si ispirano allo stile originario delle case popolari (chiamate conventillos) degli immigrati italiani (specialmente genovesi) de La Boca costruite agli inizi del XIX secolo.
È l’unico museo all’aperto riconosciuto come tale in tutta l’Argentina.
La via principale, rigorosamente pedonale, misura circa 100-150 metri di lunghezza ed ha una caratteristica forma a curva. L’attrazione principale sono una trentina di edifici dalle facciate di vario colore (arancione, rosso, azzurro, verde, giallo, ecc). Come detto non si tratta di autentici, ma di ricostruzioni sulla base di quello che doveva essere lo stile originario.
La storia di questa via è indissolubilmente legata a quella del quartiere in cui si trova, La Boca, una zona di Buenos Aires abitata sin dagli inizi del XIX secolo da immigrati genovesi o provenienti da Grecia, Turchia ed ex-Jugoslavia.
Per lo più poveri lavoratori dei cantieri navali, avevano iniziato a costruire edifici dove poter vivere con materiali di scarto o di basso costo, come legno e ferrame, recuperati da vecchie imbarcazioni.
Questi conventillos si caratterizzavano per la particolare struttura stretta e rivolta verso l’alto, in modo tale da limitare eventuali danni di una possibile alluvione. Le pareti venivano dipinte con gli scarti delle vernici usate nei cantieri navali, e sembra quindi che il risultato fosse questa alternanza irregolare di colori sulle facciate.
La leggenda di questo patchwork di colori, che è poi la vera anima di questa stradina, sembra essere quindi il risultato della famigerata avarizia dei genovesi, i quali non avrebbero mai speso soldi per comprare la pittura necessaria a dipingere le loro case.
Negli anni venti del XX secolo, dopo il prosciugamento del vicino ruscello, viene soppressa la ferrovia che collegava La Boca ad altre zone della città, e per questa ragione un abitante del luogo decide di creare un sentiero pedonale.
Proprio su quel percorso pare che tansitasse ogni giorno il compositore boquense Juan de Dios Filiberto, il quale, nel 1923 trae l’ispirazione per comporre una melodia malinconica, quella del tango Caminito.
La Boca
Il quartiere de La Boca oggigiorno è una delle parti più celebri e visitate della capitale argentina, e riserva sorprese cromatiche ad ogni angolo, non solo nel Caminito.
José Ceppi in un suo libro scrive che nel resto di Buenos Aires parlano de La Boca come di un’altra città.
Ad di fuori dell’area prettamente turistica del Caminito, La Boca è purtroppo però un quartiere popolare piuttosto povero e in alcuni tratti pericoloso, soprattutto di notte. Girando tra le sue strade, si notano tantissime persone che vivono in baracche o per strada.
Ma agli angoli di ogni suo incrocio si possono trovare graffiti o vecchi edifici molto caratteristici, dai colori accesi e dai forti tratti simbolici che toccano aspetti sociali, sportivi e culturali del mondo argentino.
Purtroppo non mi è stato possibile scattare foto come avrei voluto all’interno della parte piu povera della Boca. Il permesso è stato negato a più riprese al mio taxista dagli abitanti locali e abbiamo preferito non rischiare.
La coloratissima fabbrica di estrazione della sabbia e un angolo de La Boca
Il giallo blu del Boca Juniors
Le tinte de La Boca non sono solo quelle delle case del Caminito o dei suoi graffiti sparsi qua e là, ma anche quelle gialle e blu del Boca Juniors. La via si trova infatti di fronte al fiume Riachuelo, a circa 400 metri da La Bombonera, lo stadio dove disputa le proprie partite casalinghe questa famosa squadra di calcio.
Ma perché proprio giallo e blu? Il Boca Juniors lega la storia dei suoi colori sociali niente meno che alla Svezia, e bisogna fare un salto agli inizi del secolo scorso per scoprirne la ragione. Pare infatti che, al momento di decidere i colori della squadra, Juan Rafael Brichetto (che l’anno prima era stato presidente del club, e che di mestiere era manovratore di uno dei ponti d’ingresso del porto) avesse optato per far decidere alla sorte.
Pensò infatti di andare al molo per aspettare la prima nave che fosse attraccata per adottarne i colori della bandiera.
Si dice che la prima nave ad arrivare fosse la Drottling Sophia. Qualcuno sostiene la Oskar II, altri la Prinsessan Ingeborg. Sta di fatto che il tratto comune a tutti quei bastimenti fosse uno solo: a poppa sventolava un vessillo giallo e blu, la bandiera svedese.
Tra le tinte del barrio
Fin dall’inizio della loro storia gli abitanti de La Boca e del Caminito si distinsero per il mix di allegria caciarona e nostalgica malinconia tipico della loro terra d’origine. Non abbandonarono mai le loro radici, continuando ad esprimersi in dialetto genovese animando il quartiere di circoli artistici, sportivi e culturali. E questo si nota ancora oggi nella spiccata sensibilità per l’arte dei suoi abitanti, un mix di pittori, cantanti, musicisti, poeti e ballerini dall’indole calorosa, proprio come è il popolo argentino.
I colori delle case, i profumi della carne che cuoce sulle griglie, il sapore del mate (la tipica bevanda argentina), le note delle melodie di tango avvolgono e rendono unica ogni cosa.
Sono stato parecchie volte a Buenos Aires, è una delle città del Sud America che conosco meglio e a cui sono maggiormente affezionato, ma ogni volta che mi ritrovo a camminare per le vie e gli edifici del Caminito le sensazioni sono sempre le stesse e si rinnovano costantemente.
Essendo un’area piuttosto piccola, purtroppo quando è piena di turisti diventa abbastanza caotica, ma penso che questo luogo sia davvero una delizia per tutti i sensi.
“
Caminito que el tiempo ha borrado
Que juntos un día nos viste pasar
He venido por última vez
He venido a contarte mi mal– CAMINITO – CARLOS GARDEL
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