- Tangeri, un luogo unico al mondo
– Pillole di storia - Alla scoperta della città bianca
– Esplorando senza meta la Medina
– I musei
– La Porta di Bab al Bahr, una porta sull’oceano
– Il brulicante e labirintico Grand Socco
– Un té alla menta nel Petit Socco - Sulle orme degli artisti maledetti
– La storia della musica al Café Baba
– Guardare il tramonto dal Café Hafa
– Il Parque Nacional Tierra del Fuego - Cosa fare nelle vicinanze di Tangeri
– Cap Spartel, il punto più occidentale dell’Africa
– Le Grotte d’Ercole
– Due passi lungo la spiaggia pubblica - Qualche informazione utile
– Come raggiungere Tangeri
– Mangiare e bere a Tangeri - Tangeri, un’affascinante città cosmopolita
Se Tangeri è bella?
Si, lo è davvero, ed una delle sue caratteristiche migliori è il fatto che non sia così grande da girare a piedi (almeno se si rimane nella Medina).
E’ vivace e caotica come la maggior parte delle città arabe, ma ha un fascino ed una storia che la rendono praticamente unica nel suo genere.
In una giornata potrete davvero vedere tutte le sue bellezze e gustare i suoi scorci più suggestivi.
Tangeri è una città da esplorare lentamente, da vivere con calma.
Datevi il tempo che vi serve per immergervi nei suoi colori, odori e sapori, senza avere necessariamente una lista di cosa da fare e vedere.
Personalmente adoro perdermi tra le stradine dei centri storici di questo tipo di località, e questo è il mio consiglio se vi capiterà di visitarla:
fatevi condurre senza meta dalla sua energia vitale!
La Muraille de Tanger e la Medina
Tangeri, un luogo unico al mondo
Sebbene si trovi a tutti gli effetti in Marocco, Tangeri è la città meno marocchina in cui io sia stato.
Niente a che vedere con la caotica Casablanca, con la conturbante Marrakesh, e tanto meno con Rabat, Fez o Agadir.
E’ una città bifronte, con una faccia che guarda sul mar Mediterraneo e l’altra sull’oceano Atlantico. La sua posizione strategica in corrispondenza dello stretto di Gibilterra ha contribuito a renderla il più grande porto del Paese, ed un punto di congiunzione tra Africa ed Europa.
Fin dall’antichità è stata un importante crocevia di culture, commerci e fedi religiose.
Inoltre, l’estrema vicinanza alla Spagna la ha sicuramente portata ad una sorta di involontaria ma costante “europeizzazione”, e ad una strana ed unica condizione politica che l’ha vista controllata da una specie di “regime internazionale”. In poche parole, dal 1923 al 1956 (anno dell’indipendenza del Marocco), è divenuta una città neutrale politicamente e militarmente, una Zona Internazionale sotto la guida di governi stranieri.
Questo ha calamitato tra le sue strade un fervente movimento di artisti, scrittori e musicisti occidentali. Ed in più l’ha resa un terreno fertile per le losche attività e traffici di spie, faccendieri, spacciatori e contrabbandieri di ogni sorta.
Ma anche di avventurieri in cerca di oblio e libertà, o di vere e proprie anime perse in fuga.
Tangeri è rimasta fino al 1956 una sorta di oasi al di sopra delle leggi, uno scenario da romanzo perfetto.
Oggi la situazione è ovviamente diversa, ma rimane comunque una delle poche città arabe dove convivono pacificamente le tre grandi religioni monoteiste: cristianesimo, islamismo ed ebraismo. Nel Grand Socco infatti svetta il minareto della Moschea di Sibi Bou Abib, ma in lontananza è possibile scorgere la Chiesa di St. Andrew, e poco distante, nascosta nella Medina, si trova la sinagoga Nahon.
Qualche scorcio della città
Alla scoperta della città bianca
Esplorando senza meta la Medina
Tra porte multicolori e altrettanto coloratissimi tappeti e vasi di fiori mi immergo tra le stradine strette della vecchia Medina.
Mi faccio chiamare l’attenzione dai molti negozianti intenti a proporre la loro mercanzia ai turisti di ogni nazionalità. Molti sono gli artigiani al lavoro, soprattutto nella cosiddetta “via dei sarti”. Qui si susseguono botteghe con uomini di ogni età intenti a cucire con delle bizzarre macchine, e a tendere lunghi fili in mezzo alla strada che intralciano il passaggio ai numerosi passanti curiosi.
In effetti, a dire il vero, non si capisce bene chi intralci chi.
Passeggio tra i vicoli rimessi a nuovo dalle tonalità bianche e blu, e risalgo fino alla Kasbah che domina la città e si scaglia sulla sommità di una scogliera a picco sul mare. Protetto dalle possenti mura portoghesi trovo il Dar El Makhzen, il bellissimo palazzo seicentesco del sultano, oggi sede del Museo dell’Arte Marocchina.
I musei
Il Museo della Kashba è pieno di bellissimi mosaici e statue di bronzo riportate alla luce da siti archeologici Romani. Ospita molte opere d’arte: Corani miniati, gioielli e ceramiche, legno e metalli intarsiati, tessuti e tappeti berberi.
Il Museo della Legazione Americana invece è un meraviglioso palazzo che è stato sede della prima ambasciata americana nel 1777.
Se avrete tempo e poca fretta potrete soffermarvi a leggere gli articoli e i documenti che parlano del rapporto tra il Marocco e gli Stati Uniti, respirando un po’ l’aria vintage delle sale dagli arredi originali.
La Porta di Bab al Bahr, una porta sull’oceano
Il significato di Bab al Bahr è proprio porta del mare!
Ed infatti arrivando al grande spiazzo in cima alla collina mi trovo di fronte ad una grande porta in pietra che incornicia il blu del mare e permette di perdersi veramente nell’orizzonte.
Il brulicante e labirintico Grand Socco
Grand Socco significa piazza grande, ed è ufficialmente conosciuta come Place du Grand 9 Avril 1947. E’ il centro nevralgico della Medina di Tangeri, e proprio qui ai suoi confini esterni si espande a macchia d’olio il mercato centrale.
E’ un luogo abbastanza sporco, a tratti maleodorante ed oscuro, sotterraneo e caotico, ma allo stesso tempo affascinante, quasi magico.
Mentre cammino al suo interno le voci dei venditori intenti a contrattare coi clienti si mescolano nelle mie orecchie con le risate di donne e bambini, e i miei sensi vengono letteralmente travolti.
Teste mozzate di mucche e capre appese in bella vista sui banconi dei macellai, grossi pesci lasciati a giacere per terra, seppie giganti, spezie e frutta di ogni tipo. Questo è il Grand Socco, un luogo sicuramente non adatto a chi soffre facilmente di stomaco.
E’ un ambiente che manca di qualsiasi standard igienico, ma è al tempo stesso un micro mondo che vale la pena scoprire.
Nella piazza, al cui centro si trova una gigantesca fontana, sorge il famosissimo Cinema Rif.
E’ un edificio piuttosto vintage ma decisamente attuale nella programmazione, una sorta di luogo fuori dal tempo con una facciata color bianco abbagliante con accese geometrie in giallo, blu e rosso.
Il Cinema Rif, vicino all’entrata della Medina
Un té alla menta nel Petit Socco
Il Petit Socco è la piazza e lo scorcio più iconico della città, la location perfetta per riposarsi un po’ dopo tanto camminare e godersi un tè alla menta in uno dei bar e osservare la vita cittadina scorrere intorno veloce.
E’ il luogo perfetto per fermarsi e respirare.
Nei bar storici della Medina troverete sorrisi, prezzi bassi, ottima qualità e qualche gatto curioso, ma se vi aspettate celerità da parte del personale andate altrove.
A pochi passi si trova la moschea principale della Medina, un luogo simbolo della religione islamica soprattutto durante il Ramadan.
Sulle orme degli artisti maledetti
“
Tanger, danger!
(Tangeri, pericolo!)
– ANTICO DETTO FRANCESE
Questo detto popolare fa riferimento a quella sorta di decadenza che nella seconda metà del secolo scorso ha reso Tangeri una città seduttrice ed affascinante, ma allo stesso tempo sempre più maledetta.
Tangeri è un luogo dove artisti come i Rolling Stones, Jimi Hendrix e William S. Burroughs hanno trovato pace, rifugio e fonte di ispirazione artistica, oltre che ovviamente pochissimi limiti. Un luogo dove la libertà è degenerata in una spirale e che ha portato la città ad avere una pessima fama fino al momento della rinascita, iniziata con la costruzione del porto nel 1999 e tutt’ora in corso.
Qui scrittori e artisti trovavano ispirazione e spesso potevano immergersi in droghe, sesso e libertà non consentite altrove.
In poche parole era un vero e proprio luogo di fuga per gli artisti e scrittori della Beat Generation.
Qui lo scrittore americano Paul Bowles, autore de The sheltering sky (Il tè nel deserto che Bernardo Bertolucci trasformò in un film), ha vissuto dagli anni quaranta fino alla morte, divenendo il punto di riferimento di una sorta di circolo letterario. Negli anni cinquanta vi giungono infatti Truman Capote, Gore Vidal, Tennessee Williams, Jean Genet e William Burroughs. Tutti esponenti della Beat Generation, seguiti dalle rock star del momento, i Beatles e, come detto, i Rolling Stones.
Molti sono i luoghi, ancora oggi visitabili, che ci raccontano il passato della città. Sono la libreria Les Insolites, il Gran Teatro Cervantes 1913, il Café Central, il Gran Café de Paris (famoso salotto letterario durante il periodo dell’Interzona), il Café Baba e il Café Hafa.
La storia della musica al Café Baba
Nel cuore della Medina si trova il Café Baba, un luogo iconico della città perché qui ci bazzicava un sacco di gente famosa, tra cui proprio i Rolling Stones. Ogni vecchia sedia smangiucchiata dai tarli ed ogni piastrella del muro trasuda ricordi di un epoca passata, nella quale questi grandi artisti cercavano la giusta atmosfera per poter comporre le loro opere.
I cosiddetti “ragazzacci” del Kent frequentarono Tangeri e il Marocco fin dagli anni ’60, e la prova del loro passaggio è lì appesa sui muri del Café Baba, grazie alle numerose foto e cimeli vari.
Oggi è un luogo semi deserto e ci trovo soltanto una manciata di clienti. Fumano, bevono tè alla menta o giocano a pachisi, un gioco indiano molto antico nel quale pedine a forma di pallina rotolano su una tabella a forma di croce. Mi lanciano qualche sguardo curioso e un po’ annoiato ma nessuno sembra in realtà curarsi della mia presenza.
Guardare il tramonto dal Café Hafa
Altra imperdibili attrazioni sono il Café Hafa, il bar più famoso della città, e la passeggiata lungo la costa che vi servirà per raggiungerlo.
L’ora del tramonto è la migliore per farci visita, quando lo spettacolo del sole che si tuffa nell’oceano e le lontane melodie del muezzin che intona la preghiera serale creano la giusta atmosfera.
Inutile dire che anche questo luogo a ridosso degli scogli scoscesi sul mare era in passato frequentato da artisti come Beatles, Rolling Stones e Jimi Hendrix.
E’ davvero piacevole sedersi su quei tavolini e bere un tè alla menta, ammirando il panorama mozzafiato di quel braccio di mare dove si incontrano l’Atlantico e il Mediterraneo.
Cosa fare nelle vicinanze di Tangeri
Cap Spartel, il punto più occidentale dell’Africa
Una volta a Tangeri non potevo assolutamente perdermi Cap Spartel. E’ un faro che si affaccia dove l’oceano Atlantico abbraccia il mar Mediterraneo.
Il panorama da lì è davvero super!
Per arrivarci il modo più rapido e comodo è farlo con un taxi. Come in ogni Paese arabo che si rispetti dovrete contrattare sul prezzo e offrirgli meno della metà di quanto vi verrà chiesto, ma ne vale davvero la pena.
Lungo il percorso passerete dai quartieri della Tangeri ricca, caratterizzati da splendide e lussuose ville con giardino dove vivono le famiglie benestanti della città (per la maggior parte di origine europea).
Queste zone residenziali a nord ovest, insieme ai grattacieli affacciati sul lungomare nella parte più moderna della città, ricordano le ricche periferie costiere americane. Sono un po’ il simbolo del moderno Marocco in continua evoluzione e cambiamento.
Oltre a vedere una parte di costa, potrete anche fermarvi a fare qualche foto con gruppi di dromedari mezzi addormentati e letteralmente parcheggiati nelle aree di sosta o negli spiazzi adiacenti alla strada.
Se non volete prendere un taxi ci sono anche dei bus turistici panoramici, che arrivano a Cap Spartel ed alle Grotte d’Ercole.
Cap Spartel
Le Grotte d’Ercole
Si tratta di una grande grotta con una bella visuale sul mare, che vi potrete godere al modico prezzo di 6 Euro (tantino a dire il vero, ma già che siete arrivati fin lì una visita si può fare).
Una leggenda narra che l’eroe Ercole abbia sconfitto proprio qui Anteo, un gigante figlio di Gea e Poseidone che aveva edificato la città dandole il nome della propria sposa, Tingis, e che quelle grotte venissero abitate fin dalla preistoria.
Inoltre, ci troviamo proprio nel luogo dove si credeva sorgessero le famose Colonne d’Ercole.
All’interno delle Grotte d’Ercole
Due passi lungo la spiaggia pubblica
Come ogni città di mare che si rispetti Tangeri ha anche una lunghissima spiaggia cittadina. Partendo dalla Medina, è davvero una passeggiata rilassante.
In Marocco non è vietato fare il bagno o stare in costume, ma gli abitanti locali vi si recano prevalentemente per giocare a calcio o fare un bel pic-nic al tramonto.
Qualche informazione utile
Come raggiungere Tangeri
A Tangeri ci si arriva direttamente in aereo da Bergamo, atterrando all’aeroporto internazionale Ibn Batouta, situato a 6 Km di distanza.
Il modo più comune in cui le persone la visitano però è il traghetto.
Tangeri si trova infatti solo a un’ora di navigazione da Tarifa, sulla costa spagnola. Quindi se vi trovate nel sud della Spagna e volete fare un saltino “esotico” in Marocco per mettere piede in Africa, allora potete affidarvi a qualche tour organizzato o prendervi una giornata “fai da te” pianificandovi una tappa alternativa.
Dall’Italia vi sono traghetti che partono da Genova, Savona e Civitavecchia.
Mangiare e bere a Tangeri
Per gustare qualche piatto tipico della cucina marocchina in un ambiente tranquillo e tradizionale avrete veramente l’imbarazzo della scelta.
Tra ristoranti ubicati tra i saliscendi della Medina e terrazze dai bellissimi scorci, potrete scegliere tra cous cous, humus, tajine di carne e pollame, b’stilla di carne di piccione speziata e uova.
Concludendo il vostro pranzo o una romantica cena con un profumatissimo tè alla menta, la bevanda onnipresente dappertutto.
Non perdetevi anche il mechoui, l’agnello cotto sui carboni ardenti, o i classici kebab.
Infine, se vorrete provare un piatto particolare adorato dai giovani locali assaggiate i pinchitos, preparati con carne di vitello, zuppa di ceci e sardine.
Anche lo street food non è male, con le tante bancarelle e piccole pasticcerie ubicate qua e là e piene di dolcetti di mandorle, noccioline e miele.
Se vi verrà voglia di un aperitivo sul mare al tramonto invece non avrete nessun problema perché a Tangeri si può bere alcool tranquillamente. A differenza infatti che in molti altri Paesi arabi, e sebbene bere alcool non faccia parte della cultura marocchina, in Marocco le bevande alcoliche sono legali.
Occhio ai prezzi però, soprattutto se si sceglie di bere vino (quasi esclusivamente di provenienza francese).
Tangeri, un’affascinante città cosmopolita
Tangeri la Blanche è davvero una città piena di influenze dove poter vivere molte esperienze.
Ne sono rimasto positivamente sorpreso, e mi rendo conto di come essa sia ancora oggi una città vivace, sebbene i suoi antichi e famigerati fasti siano ormai tramontati.
Ha uno charme particolare e ritengo sia una meta turistica tutta da scoprire.
Del resto ha attirato da sempre celebrità, ed oggi è una vera e propria “città del mondo”.
Il suo sviluppo turistico si è riappropriato delle icone ribelli degli anni della Beat Generation, ed il suo passato hippy si è mischiato ad una contemporaneità fatta di ristoranti e roof top sul lungo mare, negozi, hammam e riad di lusso.
Tangeri la Blanche
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Articolo molto interessante!